L'endocrinologo Giovanni Frajese parla in un'intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia

Giovanni Frajese si candida con ‘Italexit’ fondato da Gianluigi Paragone e in un’intervista esclusiva a Il Giornale d’Italia racconta i suoi obiettivi: “Spero di essere parte dell’anima ispiratrice del partito, di poter dare una direzione oggettivamente più alta al discorso politico rispetto a ciò che è stato fatto fino ad oggi. Spero anche di poter, con quello che è un po’ il mio stile naturale, proporre, in qualche modo, un livello di politica completamente differente, non fatto di gente che tira fango addosso agli altri per mostrare se stessa. Questa è una vecchia dinamica che si vede anche nel mondo del lavoro in tante forme diverse. Ci sono persone che per far emergere se stesse hanno bisogno di riempire gli altri di fango, cosicché, abbassando gli altri, risultano essi essere i più alti. Ci sono invece persone che preferiscono lavorare su se stesse, sulle proprie proposte, sulle proprie idee e che non hanno bisogno di abbassare gli altri. Spero di riuscire a comunicare questo in qualche maniera anche all’interno del partito”.

Per Frajese “e alleanze dipenderanno ” dalla disponibilità delle altre persone. Però il mio sogno sarebbe che quello che non è riuscito a compiere la politica diciamo “dei capi”, lo possano fare le persone che sono entrate nei diversi gruppi e che si sono conosciute personalmente fuori dall’agone politico. Penso per esempio a Giorgio Bianchi che è in Italia Sovrana e Popolare e a Renate Holzeisen che è presente in Vita. Spero quindi che si possano costruire ponti fatti non in maniera politica-opportunistica, ma basati su concetti che siano realmente condivisi, su dei punti importanti”, ha detto.

Nell’intervista rilasciata a Il Giornale d’Italia, Frajese parla anche di Casapound: “L’accordo con CasaPound è stato un elemento chiaramente divisivo all’interno del partito stesso, perché ha causato l’uscita di Alternativa, e di questo mi dispiace. In realtà, la responsabilità dell’accordo con CasaPound è in parte anche mia, perché io ho detto a Gianluigi Paragone che desideravo, in realtà, rappresentare un livello di politica completamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto fino ad adesso e che questa politica nuova doveva, in qualche maniera, distanziarsi dal concetto di destra e di sinistra nel quale siamo stati, secondo me, imprigionati fino ad oggi. Per questa ragione, non dovevano esserci veti di nessun tipo, né da chi viene da destra, né da chi viene da sinistra per incarnare una politica di altro tipo. Una politica cioè fatta di alto e di basso, dove per basso si intende quello che probabilmente abbiamo sempre visto fino ad oggi, e di alto si intende invece una politica più nobile fatta di ideali, ma fatta anche di parole significative e di impegni che vengono mantenuti non solo nei confronti delle persone che in qualche maniera aderiscono al partito politico, ma soprattutto rispetto a quello che poi si propone e che bisognerà manifestare realmente se uno dovesse riuscire a entrare all’interno del Parlamento”.

“A quali altri partiti si sente vicino?”, chiede il giornalista:  “In questo momento purtroppo, sempre secondo le dinamiche tipiche non solo della politica, ma proprio del nostro Paese, sto assistendo ad una macchina del fango che curiosamente non viene neanche attivata dalle forze politiche attualmente presenti in Parlamento, ma viene alimentata dalle diverse fazioni che rappresentano la voglia di un qualcosa di diverso rispetto a ciò che è accaduto negli ultimi due anni. E quindi vedo gettare fango da una parte e dall’altra. Io personalmente, finché qualcuno non dà dimostrazione che le proprie parole sono opportunistiche, e quindi non reali, ma legate a interessi di tipo propagandistico o elettorale, penso che siano tutti quanti onesti nelle loro intenzioni. Quindi ho ottimi legami con Italia Sovrana e Popolare, con Francesco Toscano, con il quale ci siamo visti tante volte e ancora continuiamo a farlo. Nello stesso partito ho un rapporto di rispetto e di amicizia nei confronti di Giorgio Bianchi, che è una persona che stimo moltissimo per le cose che ha detto e fatto, soprattutto in questi due ultimi anni. Inoltre, per esempio nella terza coalizione che è Vita, c’è la Renate Holzeisen, che è stata, a livello giuridico, non solo la più brava degli avvocati che in qualche maniera hanno preso le parti delle persone, ma lo ha fatto proprio con il cuore. Diciamo che durante questo percorso, negli ultimi due anni, ho avuto occasione di entrare in contatto con molte persone, di esaltarne le qualità umane, professionali e di coerenza. In questo momento si trovano divise all’interno di questi diversi partiti, ma penso che, se si accetterà il fatto di non aver paura l’uno dell’altro, si potrà fare un cambiamento che possa veramente portare il Paese in una direzione diversa da quella che sembra essere già tracciata”.  

Se diventasse ministro della Salute, Frajese cambierebbe “tutto, se me lo lasciassero fare ovviamente. Certamente quello che farei sarebbe togliere ogni forma di obbligo. La battaglia fondamentale, secondo me, è per i due valori che sono stati più martoriati in questo periodo. Il primo è quello della libertà, che vuol dire libertà di pensiero, di azione, di scelta e libertà terapeutica. Quindi che cosa fare con il proprio corpo dev’essere una scelta assolutamente individuale e che lo Stato, in realtà, non ha diritto di fare per qualcun altro. E la seconda cosa a cui tengo moltissimo e che per me è il secondo valore è la verità. Quindi libertà e verità. Il secondo valore, a cui tengo moltissimo, è quello della verità. La verità di che cosa è successo con il Covid, come mai abbiamo, ad esempio, i numeri più alti di morti rispetto credo alla maggior parte dei paesi del mondo, come mai è stato scelto quello della tachipirina e della vigile attesa come profilassi per quello che riguarda il Covid. E tutti gli altri particolari della storia che sono o celati da un segreto militare, oppure semplicemente non menzionati. C’è molta oscurità e molto poca luce su quello che è successo negli ultimi due anni. Io credo che per una questione che riguarda la vita, la possibilità di lavorare e di vivere di milioni di nostri concittadini sia opportuno avere invece una verità trasparente, bella o brutta che sia, lo vedremo con il tempo”.

Un voto all’operato di Roberto Speranza da 0 a 10? “2. Perché è proprio il simbolo, secondo me, della paranoia, dell’ipocrisia e dell’ipocondria. Si tratta di una persona sola che, dicendo tra l’altro di parlare di dati scientifici, alla fine è riuscita, almeno apparentemente, a condizionare tutta la politica sanitaria degli ultimi due anni”.

 

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