Il prof. Clementi: "Non si può rimandare l'elezione"

Per l’elezione del presidente della Repubblica “si adotta lo schema del conclave: non si esce finché non si elegge il Papa”. Francesco Clementi, costituzionalista e docente all’Università di Perugia di diritto pubblico comparato, esclude l’impasse in Parlamento anche nel caso in cui si dovesse verificare un alto numero di assenze tra i grandi elettori legate alla pandemia. Insomma il Covid non può fermare l’elezione del successore di Sergio Mattarella, spiega a LaPresse Clementi: “Stiamo parlando di un mero seggio elettorale e non cambia nulla se ci sono 200 o 300 assenti. E’ già successo in passato, soprattutto negli anni ’70, che interi gruppi disertavano l’aula durante il voto. Eppure si è proceduto con le votazioni”.

L’unico vincolo, sottolinea, “è il raggiungimento del quorum – 673 per le prime tre votazioni e 505 dalla quarta – perché la soglia è stabilita dai componenti e non dai presenti”. Anche in caso di assenze oltre la metà dei grandi elettori? “In questo caso, ripeto, vale lo schema del conclave: finché non abbiamo il presidente non si esce dall’aula”. Clementi non ha dubbi “non si può rimandare l’elezione dell’inquilino del Colle, piuttosto devono essere predisposte regole che permettano la votazione riducendo il contagio, come il voto dalle sedi di appartenenza. I senatori a palazzo Madama, i deputati a Montecitorio e delegati regionali nei rispettivi territori”. E poi, rimarca, “rinviare il voto sarebbe per la politica una debacle pubblica gravissima”

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