Si lavora per chiudere la squadra di governo già nelle prossime ore

Più Sud e quote rosa almeno al 40 per cento. Questi i paletti per completare la squadra di governo di Mario Draghi, con l’incognita caselle lasciate vuote dai 5S. Le forze politiche, che sostengono l’ex della Bce, limano le liste che saranno pronte per il Consiglio dei ministri convocato per lunedì alle 9,30. All’ordine del giorno ancora non figurano le nomine che potrebbero restare nascoste in quel ‘varie ed eventuali’ di rito, oppure slittare qualora non si trovasse la quadra. Il tentativo di ridistribuire i 3/4 sottosegretari che dovevano toccare ai pentastellati, sembra essere tramontato con il premier pronto ad equilibrare anche le seconde linee con tecnici di alto profilo.

Lo schema di massima dovrebbe seguire la divisione cencelliana dei 40 posti da sottosegretario, con M5S che scenderebbe a 10, 7 ciascuno a Pd, Lega e Forza Italia, un paio a Italia viva, 1 a Leu e una quota riservata ai piccoli partiti: centristi, Maie, +Europa. Oltre ai 3 o 4 che il presidente potrebbe tenere per sè.

L’ipotesi più probabile, si ragiona tra i corridoi dei palazzi, è che ci siano pochi viceministri e piazzati in dicasteri guidati da tecnici. Il resto sarà affidato alla figura del sottosegretario dove il toto-nomi impazza, senza certezza alcuna, anche dalle stesse forze che sostengono l’ex Bce. I rumors danno ormai per scontato che Draghi mantenga per sè la delega agli Affari europei, mentre per i servizi segreti ci sarebbe un testa a testa tra Franco Gabrielli e Giampaolo Pansa. Anche lo sport potrebbe rimanere a palazzo Chigi, come fu con Giancarlo Giorgetti ai tempi del governo giallo-verde, e il nomi più gettonato è di Paolo Barelli (Fi), mentre per l’editoria sarebbe riconfermato Andrea Martella (Pd).

I 5Stelle vedrebbero riconfermati Laura Castelli (Mef), Pier Paolo Sileri (Salute), Stefano Buffagni (Transizione ecologica), Giancarlo Cancelleri (Mit), Carlo Sibilia (Interno). Tra le novità Gilda Sportiello (Sud), Luigi Iovino (Transizione digitale), Marialuisa Faro (Turismo). Resterebbe fuori Vito Crimi, inizialmente in corsa per il Viminale. In Italia Viva si fanno ancora i nomi di Teresa Bellanova, Davide Faraone (Mit), Mauro Del Barba o Donatella Conzatti (Mef), Lucia Annabali o Gennaro Migliore (Giustizia).

La condizione più complicata resta quella tra le mura del Nazareno. Nicola Zingaretti deve quietare la rivolta delle donne Dem e soddisfare le rivendicazioni dei parlamentari del Sud. Nella quota affidata al segretario dovrebbero esserci 5 nomi femminili e 2 maschili con i quasi certi Matteo Mauri (Interno), Sandra Zampa (Salute), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento), Lorenza Bonaccorsi (Turismo), Marina Sereni (Esteri), Antonio Misiani (Mef), Andrea Martella (Editoria o Sport). Ma potrebbero essere in partita anche Marianna Madia (Transizione ecologica) e Valeria Valente (Giustizia).

Per la Lega confermato l’ingresso al Viminale di Stefano Candiani, come sentinella di Lamorgese, mentre Luca Coletto o Gian Marco Centinaio dovrebbero andare alla Salute. Ancora Lucia Borgonzoni (Cultura), Massimo Bitonci (Mef), Edoardo Rixi (Mit), Nicola Molteni (Agricoltura) e Giulia Bongiorno (Giustizia). Per Forza Italia 5 senatori e due deputati (per placare i maldipancia dovuti alla nomina dei tre ministri tutti provenienti da Montecitorio). Francesco Paolo Sisto andrebbe alla Giustizia, Valentino Valentini agli Esteri, Gilberto Pichetto Fratin all’Economia, Maria Rizzotti alla Salute, Francesco Battistoni all’Agricoltura. Si fanno anche i nomi Lucio Malan (Difesa) e Stefania Craxi (Esteri). L’Udc invece potrebbe essere rappresentato da Antonio Saccone (Mit).

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