Nuovo vertice a Palazzo Chigi alle 12
Ultimatum e accuse incrociate durante la trattativa tra Pd e M5S. Sono ancora una volta le parole di Di Maio ad accendere il confronto, mentre Giuseppe Conte continua incessante il tentativo di sintesi, non accontentandosi di una 'fusione a freddo' tra i suoi due 'nuovi' azionisti. Grazie al lavoro di mediazione del premier incaricato, comunque, il percorso va avanti: nuovo vertice a Palazzo Chigi alle 12.
Il film della giornata di ieri è lungo e ricco di colpi di scena. Giuseppe Conte incontra nella Sala dei Busti di Montecitorio i partiti maggiori. Dopo l'incontro con Nicola Zingaretti, prima, e Luigi Di Maio, poi, che il barometro della futura alleanza volge di nuovo a tempesta. Continua a insistere sulla necessità di "una svolta e di una nuova stagione politica" il segretario Pd. Chiede poi il taglio delle tasse per i redditi medio bassi; investimenti per lavoro, scuola, ambiente e sanità; una svolta sui decreti sicurezza che comprenda "almeno" il recepimento delle indicazioni arrivate dal Capo dello Stato.
Usa il condizionale Luigi Di Maio per parlare del Conte bis che "potrebbe" vedere la luce. "O siamo d'accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti", esordisce. Di più. "Se verranno accolti bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto". Il leader M5S consegna a Conte un documento in 20 punti. Tra questi la revoca delle concessioni ad Autostrade e il mantenimento della "ratio e le linee di principio" del decreto Sicurezza, pur "tenendo in considerazione le autorevoli osservazioni" del presidente della Repubblica.
I toni sono duri. Troppo, per i dem. La linea del Nazareno la dà il vicesegretario Andrea Orlando: "Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza", twitta. Dopo le parole del leader pentastellato anche lo spread risale, sforando quota 170 punti. "Patti chiari, amicizia lunga. Stiamo lavorando con serietà per dare un nuovo Governo all'Italia, per una svolta europeista, sociale e verde. Ma basta con gli ultimatum inaccettabili o non si va da nessuna parte", scrive Zingaretti a sua volta.
Mentre il braccio di ferro va avanti, Conte incontra a palazzo Chigi una delegazione del Movimento 5 Stelle, composta da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli e una delegazione del Pd composta da Dario Franceschini e Andrea Orlando. I dem chiedono un chiarimento sulle parole di Di Maio, come "precondizione" per proseguire il percorso comune. Il premier incaricato media. Traccia un percorso di lavoro per arrivare a un programma condiviso. Il clima viene definito "disteso": "La volontà di andare avanti c’è".
"Non è un problema di toni. Ciò che importa sono i temi, e ci sono temi su cui lavorare insieme", assicura D'Uva. Domani alle 9.30 si terrà uno nuovo incontro sul programma. Al tavolo, dopo che i 'pezzi da 90' Orlando e Franceschini hanno aperto la strada, siederanno De Micheli e Martella. Lunedì il presidente incaricato continuerà le consultazioni incontrando una delegazione di rappresentanti delle popolazioni terremotate e una delegazione di rappresentanti delle associazioni dei disabili. Si allungano, insomma, i tempi per un suo ritorno al Quirinale.
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