Ci sarà la terza lettura, ma i tempi di approvazione saranno accorciati: ok entro fine anno. Fonti Chigi: "Il ministro dell'Interno ha capito la gravità dell'atto per il M5S"

Trovato l'accordo sul ddl Anticorruzione dopo lo stop in aula sul peculato. La soluzione è stata raggiunta nel corso di un vertice tra Conte, Di Maio e Salvini. "Abbiamo trovato la soluzione a questo incidente di percorso, sarà modificato in Senato e poi tornerà alla Camera", le parole del premier dopo l'incontro. "Il risultato sarà che non lo approveremo a gennaio 2019, ma a dicembre 2018", ha aggiunto. Ci sarà quindi la terza lettura tra le due Camere, chiariscono fonti Cinquestelle, ma i tempi di approvazione saranno accorciati.

Secondo quanto riferiscono fonti di governo, non c'è stata resistenza da parte della Lega. La riunione a Montecitorio è durata poco in quanto l'intesa sull'accelerazione dei tempi di approvazione del provvedimento è stata subito raggiunta. Il vicepremier Salvini "ha capito la gravità di quello che è successo ieri". Per il M5S la giustizia e di conseguenza il ddl Anticorruzione, spiegano le stesse fonti, sono pilastri del mandato politico Cinquestelle.

Capigruppo. La capigruppo della Camera si riunirà dopo i lavori dell'aula che riprendono alle 16. Non è stata presa nessuna decisione sul cronoprogramma dei lavori. Pd e LeU per protesta hanno abbandonato la conferenza dei capigruppo prima della fine. Manca l'intesa politica sul programma dei lavori. Il dl sicurezza era previsto in aula alla Camera venerdì, ma è tutto bloccato perché si vuole dare priorità al ddl Anticorruzione. 

Bagarre Pd contro Conte. Dai banchi del Pd erano partite proteste anche dopo il gesto di Conte. Un movimento che è stato interpretato come 'Ci vediamo fuori' all'indirizzo, secondo i dem, del deputato  Emanuele Fiano. Fiano ha interrotto il proprio intervento e chiesto direttamente: "Presidente Conte, si è rivolto a me?", poi ha spiegato pubblicamente l'accaduto a Fico. Alla fine il deputato Fdi Guido Crosetto ha ironizzato: "Io non aspetterò fuori nessuno, mi auguro che nessuno aspetti fuori me…".

Lo sfogo di Di Maio. Prima di trovare l'accordo, in ogni caso, la situazione è rimasta tesa per diverse ore. Già da stamattina al lavoro per l'assemblea congiunta di deputati e senatori Cinquestelle, Di Maio è sbottato: "È stato fatto per affossare il ddl anticorruzione. È evidente a tutti che noi non siamo stati perché noi quando abbiamo qualcosa da dire contro lo diciamo pubblicamente e non ci nascondiamo con il voto segreto", ha detto durante l'assemblea. "Per me la più grande riparazione è l'approvazione in tempi più brevi. La riparazione è vedere a febbraio che i partiti devono rendicontare tutto", ha aggiunto. 

"Tutti si devono prendere la responsabilità. Non so se il voto segreto di ieri aveva un altro significato ancora, che era quello di non volersi prendere la responsabilità e tornarsene e casa. Chi vuole tornare casa lo deve dire in modo palese davanti ai cittadini italiani". "L'unica cosa che so è che Salvini e Conte oggi saranno in aula, e i voti saranno palesi. Non voglio scorciatoie per riparare al disastro", ha detto senza mezzi termini.

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