Gli attivisti puntano il dito contro la ministra del Sud Lezzi, che replica: "Non mi fate paura". Conte scrive una lettera aperta: "Date la colpa a me"
Il tema infrastrutture è una scintilla che rischia di trasformare in fiamme i malumori nella base M5S e attorno a Tav e Tap cresce l'attacco delle opposizioni contro la metà pentastellata del Governo gialloverde. Luigi Di Maio passa per il vicepremier 'debole', messo all'angolo, e non è la prima volta, dall'omologo alleato di governo leghista; la base prende le distanze dal leader mentre, fuori dal palazzo, si accende la protesta.
A San Foca di Meledugno (Lecce), nel giorno della manifestazione contro la realizzazione del gasdotto trans-adriatico Tap, si grida alle "dimissioni" di tutti i rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle eletti in Salento, in Senato e al Parlamento. "Barbara Lezzi vattene dal Senato", urlano i no tap, bruciando manifesti di Di Maio. "Siete i traditori dei vostri stessi elettori – scrivono su un volantino -. Con il vostro voltafaccia avete dimostrato di essere peggio dei vostri predecessori!". La ministra del Sud risponde con un video su Facebook e contrattacca: "Non mi fate paura, siete gli ultimi a poter chiedere le mie dimissioni".
Il premier Giuseppe Conte si prende tutta la responsabilità di una scelta che rappresenta un boccone amarissimo per il Movimento: "Se 'colpa' deve essere – scrive in una lettera aperta indirizzata ai cittadini di Melendugno – attribuitela a me". I malumori però restano e torna a dire la sua la deputata M5S Sara Cunial che ribadisce: "Qui in gioco c'è un intero Paese e un intero Pianeta. Se non invertiamo subito la rotta nel giro di 15 anni (non secoli) saremo spacciati".
In una situazione del genere, l'opposizione ha gioco facile nel commentare con parole dure il 'cambiamento' accettato dal M5S di governo, e l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in un video su Twitter attacca: "Di Maio giustifica il suo cambiamento di idea, la sua promessa non mantenuta, inventandosi una carta e delle penali. Non è la prima volta: l'ha fatto con Ilva sul parere dell'avvocatura, l'ha fatto con la 'manina' che avrebbe cambiato la legge di bilancio. Lo fa continuamente, però questa volta c'è una questione differente: è palese che non c'è una carta e che non ci sono penali. In un paese normale un ministro che mente così palesemente si dimette".
Gli fa eco Forza Italia con Maurizio Gasparri che sottolinea: "Le bugie hanno le gambe corte. Il popolo del Salento si comporta con giusta severità nei confronti di Grillo, Di Battista, Di Maio, Lezzi e di tutti coloro che hanno mentito sul Tap". E il governatore della Puglia Michele Emiliano commenta senza mezzi termini: "M5S disastrosi come Renzi".
Sul fronte Lega il vicepremier Matteo Salvini evidenzia i vantaggi economici della Tap per le imprese e i cittadini, e a ribadire che passi indietro sul gasdotto non sono neanche in discussione ci pensa il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, che chiude la faccenda con un lapidario: "La Tap è un capitolo chiuso, consentirà di avere costi energetici più bassi per le nostre industrie. Questa è una buona notizia".
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