Continua lo scontro tra il presidente francese e il ministro dell'Interno

È ancora polemica fra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron. A nove mesi dalle europee di maggio 2019, lo scontro imperversa già. Terreno di battaglia principalmente l'immigrazione, ma non solo. Le elezioni di primavera si preannunciano come uno spartiacque in cui a fronteggiarsi saranno due visioni diverse di Europa: "una nazionalista e una progressista", ha riassunto il capo di Stato francese, accusando i nazionalisti di volere "spaccare l'Europa e la sua solidarietà" e assicurando da progressista che "combatteremo questa battaglia insieme per il futuro dell'Europa". In serata ha ribadito il concetto, ma con toni ancora più duri e chiamando in causa Salvini. Il ministro dell'Interno leghista, per Macron, è fra i "demagoghi nazionalisti" autori di "menzogne di Stato", che vogliono "tenere l'Europa in ostaggio" e le addossano ogni responsabilità. Un esempio fra tutti? "Un ponte crolla, è colpa dell'Europa! La demografia galoppante in Africa, è l'Europa!", ha detto il capo di Stato francese.

Il riferimento è al ponte Morandi di Genova: dopo il crollo Salvini aveva puntato il dito contro i vincoli Ue, salvo vedersi ricordare dalla Commissione Ue che "le regole fiscali concordate lasciano flessibilità a ogni Stato membro per fissare specifiche priorità", come per esempio potrebbe essere la manutenzione delle infrastrutture.

Salvini in mattinata aveva già lanciato i suoi strali via Facebook: "Da inizio 2017 ad oggi la Francia del 'bravo Macron' ha respinto più di 48.000 immigrati alle frontiere con l'Italia, comprese donne e bambini" e "al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l'ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere". In serata, ai microfoni di Corriere tv, ha rincarato la dose: "Macron dovrebbe occuparsi dei francesi visto che i sondaggi dicono che ha il minimo storico di popolarità in Francia. Non penso che attaccare Salvini gli porti questo gran consenso a Parigi, Marsiglia o Lione. La vediamo in maniera diversa su immigrazione, Europa, banche, finanze, Libia".

Lo scontro è montato con il lancio dell'asse Salvini-Orban a Milano martedì. Dal capoluogo lombardo il premier ungherese aveva individuato in Macron il principale avversario in Europa: è "a capo della forza europea che sostiene la migrazione" nell'Ue, "dall'altra ci siamo noi che vogliamo fermare l'immigrazione illegale", aveva detto il leader del Gruppo Visegrad. Ruolo che l'inquilino dell'Eliseo non ha rifiutato, ma ha anzi rivendicato con orgoglio: "Non cederò nulla ai nazionalisti e a coloro che sostengono questo discorso di odio. Se hanno voluto vedere in me il loro oppositore principale, hanno ragione". Secca era stata la replica di Salvini: "Il principale avversario di Macron, sondaggi alla mano, è il popolo francese. Anziché dare lezioni agli altri governi spalanchi le proprie frontiere, a partire da quella di Ventimiglia".

Dall'immigrazione all'economia, le europee del 2019 saranno particolari perché a scontrarsi saranno non solo programmi politici ma sistemi di valori. E Macron lo sa bene, visto che così era stato anche per le presidenziali francesi del 2017 che lo hanno portato all'Eliseo: tanto è vero che nel suo discorso a Helsinki ha ricordato di avere "combattuto e sconfitto" le idee populiste quando ha battuto Marine Le Pen. Diventato presidente con la promessa di riformare l'Ue, ha dovuto fare i conti con il cambio di governo in Italia, che ha portato a un cambio di equilibri all'interno dell'Unione europea. Anche per questo si è recato in visita tre giorni in Danimarca e Finlandia, proprio alla ricerca di alleati per costituire in Europa un 'arco progressista' da contrapporre a governi nazionalisti e populisti.

Da Copenhagen, però, si è trovato coinvolto in una nuova polemica interna per avere definito i francesi dei "Galli refrattari al cambiamento". Commento che ha prestato il fianco ad attacchi delle opposizioni. Anche Marine Le Pen, vicina a Salvini, non ha risparmiato le critiche: "Come al solito, disprezza i francesi quando è all'estero. I Galli saranno molto contenti di rispondere alla sua arroganza e al suo disprezzo".

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