Ha colpito soprattutto l'idea (poi smentita dai due partiti) di chiedere a Draghi di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato

L'ipotesi di un governo M5S-Lega manda in tilt i mercati. Soprattutto dopo che ieri si è parlato dell'ipotesi di bozza di contratto (pubblicata da Huffington Post e, poi, smentita come "vecchia e superata" da un comunicato congiunto dei due partiti) che conteneva l'idea di chiedere a Draghi di cancellare 250 miliardi di debito italiano acquistato con il piano di QE (Quantitative Easing). Un'idea considerata quantomeno "stravagante" dagli economisti che l'hanno commentata ma che, comunque, ha messo in agitazione i mercati e oggi ha causato forti vendite sui titoli di Stato italiani (BTP in particolare) con effetti negativi sulle quotazioni azionarie delle banche nostrane.

Poco prima di mezzogiorno, Piazza Affari fa registrare un calo dell'1,60% (appena sotto la soglia dei 24mila punti supearata abbondantemente nelle scorse settimane). Più tardi, intorno alle 14,30, la discesa continua: -2,51% a quota 23.700 circa. Tra i peggiori titoli del Ftse Mib spiccano tutti i bancari con -2,69% di Banco BPM, -2,49% per Mediobanca. Cali vicini al 2,5 per cento anche per le big Intesa sanpaolo e Unicredit. Movimento dettato dall'allargamento dello spread Btp-Bund salito di slancio sopra i 140 pb (massimo a 142 pb, livello più alto a 4 mesi) con rendimento del BTP decennale schizzato al 2,04%. Sfonda anche quota 142 punti lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco, con il differenziale che viaggia a quota 142,3 punti base, segnando un rialzo di quasi il 10 per cento. Sale anche il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario che si attesta al 2,041%, mentre il tasso del Bund di pari scadenza è allo 0,618 per cento.

Rischi sul rating – E ieri, nel corso di un evento a Londra, il responsabile dei rating sovrani di Moody's Dietmar Hornung ha detto di guardare agli sviluppi politici in atto in Italia per valutare il merito sul credito. In una nota riportata da Bloomberg, gli analisti di Société Générale avevano sottolineato come "un grande rischio" per l'Italia fosse rappresentato proprio da Moody's, unica agenzia di rating ad avere un outlook negativo sul paese. Per la divisione di ricerca della banca francese, un eventuale downgrade a "Baa3" non sarebbe di per sé sufficiente a scatenare un ampio sell off sui BTP, ma indubbiamente un downgrade unito a un outlook negativo "alimenterebbe i timori di un giudizio sui BTP inferiore al rating 'investment-grade'. La paura ha un nome ben preciso: "junk", ovvero spazzatura. In quel caso, la reazione dei BTP e dello spread potrebbe essere ben diversa rispetto a quella a cui si sta assistendo dalle elezioni dello scorso 4 marzo: molti investitori che puntano su una strategia di acquisti su bond investment grade, sarebbero costretti a fuggire dai bond italiani.

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