L'accordo nella notte, dopo nove anni. Riguarda un milione e duecentomila dipendenti

Una lunga notte di trattative ha portato all'accordo dopo nove anni di rinvii. È arrivata così la firma del contratto della scuola per un milione e duecentomila dipendenti e riguarda Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), Ricerca. Sono esclusi i docenti universitari, il cui rapporto di lavoro non è contrattualizzato.

Beneficeranno dell'accordo oltre un milione di lavoratori nella sola Scuola, 53.000 nelle Università, 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell'AFAM. Il nuovo contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018 e il rinnovo comporterà un aumento medio per gli insegnanti di 96 euro.

L'annuncio arriva su Twitter da Valeria Fedeli e Marianna Madia. "Firmato il rinnovo del contratto per Scuola, Università, AFAM, Ricerca che coinvolge 1,2 milioni di dipendenti. Un impegno preso e mantenuto. Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza è un investimento per il futuro", scrive la ministra dell'Istruzione.

"Firmato il nuovo contratto della conoscenza, dalla scuola, alla ricerca, all'università, agli istituti artistici e musicali. Era giusto e doveroso", le fa eco la collega della Pubblica amministrazione.

Immediati i complimenti del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

"Siamo molto soddisfatti per l'intesa raggiunta che, voglio ricordarlo, arriva dopo otto anni di mancati rinnovi. Avevamo preso un impegno preciso, lo abbiamo mantenuto. Abbiamo lavorato, in questi mesi, nel solco dell'intesa siglata il 30 novembre del 2016 e siamo andati anche oltre, riuscendo a garantire aumenti superiori a quelli previsti, con l'obiettivo di dare il giusto e necessario riconoscimento professionale ed economico alle nostre lavoratrici e ai nostri lavoratori. Perché valorizzare chi opera nei settori della conoscenza, ne siamo convinti, significa impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani", ha commentato Fedeli.

I sindacati hanno accolto con favore la firma dell'accordo: "Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle Confederazioni con l'accordo del 30 novembre 2016, per la Scuola da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro. Pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro. Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale, al contrario, si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge", commentano  in una nota congiunta Franco Martini, segretario confederale Cgil, Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl, Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl FSUR, Giuseppe Turi, segretario generale Uil Scuola RUA.

Anche la Segretaria Generale della CislAnnamaria Furlan si è detta soddisfatta: "È un segnale positivo per il futuro del nostro paese in una stagione in cui abbiamo bisogno di scommettere sul sistema formativo e sui giovani" . Ma non tutti sono d'accordo: Snals-Confsal ha deciso di non firmare perché "i miglioramenti retributivi sono, in concreto, irrisori mentre davvero problematica risulta il testo nella parte normativa".

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