La commissione d'inchiesta tira le somme, ma lo Stato Maggiore nega ogni accusa

È stata presentata mercoledì la relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, guidata dal presidente Gian Piero Scanu (Pd). Nel documento vengono denunciate "sconvolgenti criticità" per la sicurezza e la salute dei militari dispiegati in Italia e nelle missioni all'estero, criticità "che hanno contribuito a seminare morti e malattie". Viene criticato il "negazionismo" dei vertici militari, così come gli "assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle Autorità di Governo", mentre diversi esperti hanno riconosciuto il legame tra l'esposizione tra uranio impoverito e l'incidenza di tumori. Scanu ha chiarito che il riferimento è anche all'attuale esecutivo.

LA SMENTITA DELLO STATO MAGGIORE. In un comunicato, lo Stato Maggiore della Difesa ribadisce che le forze armate italiane mai hanno acquistato o impiegato munizionamento contenente uranio impoverito. "Tale verità – spiega il comunicato – è emersa ed è stata confermata anche dalle commissioni tecnico-scientifiche ingaggiate dalle quattro Commissioni parlamentari che, dal 2005 ad oggi, hanno indagato su tale aspetto". Lo Stato Maggiore ribadisce "la totale disponibilità alla collaborazione".

ATTENTI AL NIGER. "Poiché la conclusione della Legislatura è coincisa con la decisione del Governo di inviare un contingente militare italiano in Niger, la Commissione, sulla scorta della documentazione acquisita, raccomanda al prossimo Parlamento di vigilare con il massimo scrupolo sulle modalità di realizzazione della missione", avverte il documento approvato dalla commissione sull'uranio.

IL POLIGONO DI CAPO TEULADA. Per la commissione, non deve essere "mai più interdetta" la Penisola Delta del Poligono di Capo Teulada, in Sardegna. Quella zona è stata "utilizzata da oltre 50 anni come zona di arrivo dei colpi", ma è rimasta "permanentemente interdetta al movimento di persone e mezzi". "Le immagini satellitari ritraggono una discarica non controllata: sulla superficie tonnellate di residuati contenenti cospicue quantità di inquinanti in grado di contaminare suolo, acqua, aria, vegetazione, animali. E l'uomo", denuncia la relazione.

L'OMESSA BONIFICA. "Non sorprendono, a questo punto le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Cagliari per il delitto di disastro doloso – continua il documento -. L'omessa bonifica per ragioni di 'convenienza' economica e il prosieguo delle esercitazioni sono scelte strategiche che stonano a fronte di un crescente e assordante allarme prodotto dalla 'penisola interdetta' tra cittadini e istituzioni. Mai più una gestione del territorio affidata in via esclusiva all'autorità militare, senza interlocuzioni con l'amministrazione dell'ambiente, con la Regione e con le autonomie locali".

IL NESSO CON LA MALATTIA. "Le reiterate sentenze della magistratura ordinaria e amministrativa hanno costantemente affermato l'esistenza, sul piano giuridico, di un nesso di causalità tra l'accertata esposizione all'uranio impoverito e le patologie denunciate dai militari o, per essi, dai loro superstiti", sostiene la commissione. "Adesso diciamo che coloro che sono stati esposti (loro malgrado) all'uranio impoverito potranno ottenere giustizia senza dover penare come è stato nella grande maggioranza dei casi finora", spiegato Scanu in conferenza stampa.

CINQUESTELLE 'MERAVIGLIOSI'. La relazione finale è stata approvata con 10 voti favorevoli e 2 contrari. I due contrari sono Elio Vito di Forza Italia e Mauro Pili del gruppo misto, che domani illustrerà la sua relazione alternativa. Favorevoli i 2 esponenti pentastellati in commissione, Giulia Grillo e Gianluca Rizzo. Scanu dice che "sono stati meravigliosi nella gestione dei lavori". "Le commissioni d'inchiesta, per definizione, devono essere laiche", aggiunge.

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