Un'iniziativa che vede coinvolte diverse organizzazioni culturali (Acli, Arci) e "Libera" di Don Ciotti. La firma su Change.org

I fatti di Como, i discorsi sulla razza del candidato leghista alla Regione Lombardia, le vicende di Ostia, la sindaca nazi/leghista di Gazzada Schianno che insulta il Giorno della Memoria e minaccia il giornalista che racconta la sua brillante uscita. Tanti episodi del fascismo che torna, che, forse, non se n'è mai andato dalle nostre coscienze, dalla nostra cultura. E tante altre storie politiche e di cronaca in giro per l'Europa che dal nazifascismo pensava di essersi liberata ormai settanta anni fa. L'Europa che se lo ritrova in casa sempre più diffuso in strati della popolazione che sembrano non avere più nulla in cui credere e sperare e che, nella paura dell'altro e nell'odio generico, cercano una ragione di vita.

E' arrivata l'ora di dire "basta", si sono detti all'Anpi, dove si è da poco insediata la nuova presidente Carla Nespolo. E dall'Anpi parte "Mai più fascismi" un appello rivolto alle istituzioni democratiche che si propone di raccogliere le firme dei cittadini. Vi hanno aderito 23 associazioni: i tre sindacati, i partiti del centrosinistra, le organizzazioni culturali cattoliche e laiche, "Libera" di don Ciotti e diverse altre. L'obiettivo? Dare la scossa a un ambiente sociale e culturale in cui certe manifestazioni e comportamenti fascisti, col tempo, sono diventati tollerati e sopportati, costringere le istituzioni (politiche, amministrative, scolastiche, sociali, sportive, culturali) a intervenire, vietare e anche, se necessario, agire in giudizio facendo valere la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta espressamente la "ricostruzione del disciolto Partito Fascista". Ieri mattina, nella sede del Museo Storico della Liberazioone di via Tasso (è ospitato nei locali dove, durante il fascismo, agiva il famigerato gruppo di torturatori di Pietro Koch) l'appello è stato presentato alla stampa. C'erano Carla Nespolo, Susanna Camusso Francesca Chiavacci (Arci), Roberto Rossini (Acli) e, appunto, don Luigi Ciotti. Proprio da Don Ciotti è venuto l'appello al coraggio: "Siamo stati distratti. Dobbiamo tornare ad alzare la voce quando gli altri tacciono".
 

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