Il presidente del Senato ritiene che sia stato giusto. "Un gesto che non comporta revisioni storiche sulle sue colpe. Escluso il Pantheon"
Continua a fare discutere l'arrivo delle spoglie di Vittorio Emanuele III al Santuario di Vicoforte, nel Cuneese. Il viaggio era avvenuto nella notte fra sabato e domenica da Alessandria d''Egitto. Un rientro in Italia che riapre delle ferite. Vittorio Emanuele III che, dopo aver abdicato nei confronti del figlio prima dell'esito del quesito referendario tra Repubblica e Monarchia, si esiliò ad Alessandria d'Egitto, dove morì il 28 dicembre del 1947, è tornato in Italia ieri. Come lui ma il giorno prima rientro anche anche per la moglie Elena di Savoia, che si trovava invece al cimitero Saint-Lazare di Montpellier. I coniugi si sono così ricongiunti nella chiesa monumentale, voluta dai Savoia a fine '500.
La famiglia Savoia aveva chiesto con una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 10 maggio scorso, che i due corpi potessero rientrare insieme in Italia per trovare la pace. Il rientro delle spoglie di Vittorio Emanuele III però non ha mancato di suscitare polemica. "In un'epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari", tra cui "gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste", ha sottolineato la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ricordando che "Vittorio Emanuele III fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa".
"Condivido il sentimento di ripulsa delle comunità ebraiche e dell'Anpi", ha detto Massimo D'Alema oggi, che sul volo di Stato per far tornare in Italia le spoglie dice: "Episodio sgradevole, da chiarire in Parlamento".
E c'è chi avrebbe voluto che i corpi trovassero dimora al Pantheon. "Ho appreso della traslazione delle salme quando ero in Romania. Non era affatto previsto, siamo rimasti sconvolti e soprattutto per il modo in cui è stato fatto. Sono ben felice che i reali siano in Italia, ma quello che non riesco a capire è il modo, perché l'hanno fatto così, in segretezza, quale vergogna devono avere?", ha detto ieri sera Emanuele Filiberto di Savoia a Non è l'Arena su La7. "Il Pantheon – ha aggiunto – è l'ultima dimora dei re d'Italia e Vittorio Emanuele III è stato l'ultimo re: errori sono stati fatti, ma riportarli al Pantheon significherebbe che siamo in un'Italia nuova, che non dimentica, ma che sa guardare avanti".
Un chiarimento 'istituzionale' è arrivato, in questo clima, dal presidente del Senato Grasso: "Un Paese maturo e democratico deve saper fare i conti con il proprio passato. Le responsabilità prima, durante e dopo l'avvento del fascismo, così come la firma delle vergognose leggi razziali, non consentono alcun revisionismo sulla figura e l'operato di Vittorio Emanuele III. Il rientro della sua salma in Italia, essendo stata esclusa categoricamente la possibilità della tumulazione al Pantheon, è un mero atto di umana compassione senza alcun onore pubblico, gestito con prudenza e sobrietà. Mi auguro piuttosto che le polemiche di queste ore si trasformino in una seria occasione di dibattito e di approfondimento storico, soprattutto tra le giovani generazioni".
La famiglia Savoia ha incaricato, attraverso una delega firmata dal principe Vittorio Emanuele e dalla principessa Maria Gabriella, il conte Federico Radicati di Primeglio a fare una dichiarazione ieri: "Si è parlato molto di segretezza negli ultimi tempi – ha dichiarato il conte fuori dal Santuario di Vicoforte – ma non c'è stato niente di segreto, c'è stata semplicemente riservatezza come è normale che sia nelle questioni di famiglia". Vittorio Emanuele di Savoia ieri in una nota stampa ha annunciato che oggi "insieme a mia moglie Marina, a mio figlio Emanuele Filiberto, a mia sorella Maria Pia ed a mio nipote Serge di Jugoslavia, mi recherò al Santuario di Vicoforte per rendere omaggio alle sepolture provvisorie dei miei nonni", "il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena".
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