Intervista all'ex pornostar e parlamentare dal 1987 al 1992 eletta proprio tra le fila dei radicali

"Pannella è stato per me un simbolo delle battaglie in cui credo, dai diritti dei carcerati alla libertà sessuale. Ma anche un fratello e un papà speciale. Una volta in Belgio mi sono ritrovata nei guai: mi hanno arrestata per un mio spettacolo. Sono finita dietro le sbarre. Non appena lo ha saputo, Marco Pannella si è precitato da me e mi ha aiutata a uscire da quella situazione. E non mi ha certo bacchettata". Ex pornostar e anche parlamentare dal 1987 al 1992 eletta proprio tra le fila dei radicali, è Ilona Staller, nota anche come Cicciolina, a ricordare così Marco Pannella. Staller fu eletta alla Camera con circa 20mila preferenze, subito dopo Pannella per numero di voti.

Cosa ha provato alla notizia della morte di Pannella?

"Ho pianto ieri. Marco era un papà, un fratello, una persona di famiglia, gli volevo tanto bene. Pensavo che Pannella non sarebbe mai morto, lo vedevo come un gigante buono. La sua morte mi provoca un grande dolore e anche se non è più con noi fisicamente, non morirà mai. È' stato un leader carismatico. Era speciale, altruista. Ora tutti i politici corrono alla sua veglia funebre, ma quando era in vita non lo hanno valorizzato, perché non lo hanno fatto senatore a vita?".

Come vi siete conosciuti?

"Sono stata io a volerlo incontrare e a cercarlo. Ero iscritta al partito radicale e per me Pannella era il simbolo dei radicali. Mi presentai da lui, alla metà degli anni '80, ovviamente vestita da Cicciolina. E gli proposi di essere candidata in lista alle elezioni e di fare politica coi radicali. Mi rispose: 'Ti farò sapere'. Per un po' non l'ho più sentito e poi mi hanno chiamata per la candidatura. Ma ai vertici del partito qualcuno era contrario. Ci furono dei veti. Obiettavano che io, essendo una pornodiva, non potevo mettermi in lista. Ma Pannella aveva deciso che io fossi candidata e così è stato. È così fui eletta in Parlamento".

Che impressione le fece Pannella la prima volta che lo incontrò?

"Mi fece un effetto pazzesco: un uomo che era un gigante, bello,  buono, carismatico. Lo vedevo come un papà speciale, nei suoi occhi vedevo dolcezza e una grande intelligenza".

Lo ha incontrato negli ultimi tempi della sua malattia?

"Non sono andata a trovarlo nell'ultima fase della sua malattia. Lo sentivo a volte al telefono nell'ultimo anno. Mi sono immedesimata in lui e ho cercato di rispettare il fatto che stesse male e che volesse stare tranquillo. Io non vorrei mostrarmi mentre vado verso la mia fine. Ho cercato di mettermi nei suoi panni".

I diritti civili, la pace, i diritti dei detenuti: quali sono le battaglie di Pannella in cui lei si è riconosciuta di più?

"La causa dei carcerati. E poi il tema della libertà sessuale. Io gli dissi: 'Cicciolino Pannella, per me questa è una battaglia importante'. E lui mi rispose che dovevo portare avanti la mia opinione, le mie idee. Pannella del resto ha sempre sostenuto che l'amore è la cosa più bella del mondo, contrapponendolo alla guerra e alla violenza, e sostenendo la libertà nel fare sesso. Su questo eravamo d'accordo".

Pannella, un maestro, ma anche una figura un po' paterna per lei?

"Un padre speciale che mi ha difesa e protetta. Ricordo che mentre ero parlamentare eletta nei Radicali, oltre a fare politica, continuavo a fare il mio lavoro e i miei show. Devolvevo al partito il 60 per cento della indennità parlamentare e avevo una mia azienda da portare avanti. Andai a Bruxelles per esibirmi in uno spettacolo, ballai e cantai, e a un certo punto tolsi le mutandine: rimasi con un velo trasparente e si vedeva il pube. Nessuno mi aveva avvertita che mostrarsi in questo modo era vietato. I poliziotti sono venuti nel locale e di peso mi hanno portata via dalla discoteca, mi hanno arrestata e mi sono ritrovata a passare la notte dietro le sbarre come se fossi una delinquente. Pannella venne a saperlo e prese l'aereo per venire in mio aiuto. Si precipitò e mi raggiunse a Bruxelles per aiutarmi a uscire da quella situazione. Me lo vidi comparire con quei suoi occhi bellissimi. Parló con la polizia e dopo 3-4 ore mi hanno rilasciata e siamo ripartiti insieme per l'Italia, Marco ed io. Lui fu dolcissimo con me. Gli dissi: 'Grazie, Cicciolino Pannella'. Gli porterò dei fiori e magari un angioletto di cristalli".

Lei come pornostar ha portato nel suo modo di fare politica la provocazione. Pannella in fondo era un grande provocatore. Cosa ricorda di questo suo aspetto?

"Se non fosse stato un provocatore non sarebbe stato Pannella. È' un dovere di tutta Italia ricordarlo".

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