Scoppia il caso sulla candidata accusata dal Pd di essere "al guinzaglio" del comico genovese
Dopo i casi Pizzarotti e Nogarin, scoppia la vicenda Raggi. La candidata sindaco del M5s alle comunali di Roma, intervistata da l'Espresso, ha affermato che, in caso di indagini sulla sua persona, se Grillo le chiedesse di dimettersi lei sarebbe pronta al passo indietro. La dichiarazione, come era prevedibile, ha scatenato polemiche, con diversi esponenti Pd che l'accusano si essere una candidata "al guinzaglio".
Silenzio di @virginiaraggi su contratto preoccupante E' candidata libera o al guinzaglio? #segrillochiede https://t.co/XrNO70Gilj
— Monica Cirinnà (@MonicaCirinna) 18 maggio 2016
Indovinate chi non è presente al confronto tra i candidati in Rai? Ubi Grillo, Roma cessat… #virginiascappa pic.twitter.com/jQBsVW5DFS
— Roberto Giachetti (@bobogiac) 19 maggio 2016
Raggi oggi torna sulla questione e in conferenza stampa spiega: "Se sarò indagata per fatti penalmente rilevanti i cittadini potranno chiedere le mie dimissioni. Ho firmato un codice etico coi cittadini non un contratto". "L'avvocato Raggi candidato a sindaco di Roma" se eletta "risponderà ai cittadini", sottolinea durante l'incontro alla camera di commercio di Roma. "L'avvocato Raggi candidata a sindaco di Roma ha sottoscritto un codice etico coi cittadini. Alcuni partiti non avvezzi lo chiamano contratto. Un Codice etico che prevede che gli eletti restino coerenti con gli impegni agli elettori. Lo ho sottoscritto con orgoglio".
A farle da spalla c'è poi Luigi Di Maio: "Il M5s cammina sulle sue gambe e accade sempre di più, dateci atto che le persone candidate hanno esperienza e conoscono i problemi di amministrazione e hanno le mani libere", risponde a chi gli chiedeva perché Grillo non era presente alla conferenza. "L'obiettivo non è solo vincere ma cambiare le cose. Da tanto tempo non c'è una conferenza stampa politica con Grillo. Il M5s cammina sulle sue gambe", ribadisce.
Di Maio afferma inoltre di essere "orgoglioso delle amministrazioni dei" nostri "sindaci". "Anche di Pizzarotti?", chiedono i giornalisti provocatoriamente. Il vicepresidente della Camera non entra nel merito e se la cava ripetendo il concetto: "Non abbiamo mai messo in discussione quanto fatto dalle amministrazioni del Movimento 5 stelle".
E il presunto algoritmo per le espulsioni tirato in ballo da Grillo? Sul tema Di Maio taglia corto: "E' la battuta di un comico".
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