Cuperlo e Emiliano all'attacco del premier-segretario, ma il governatore pugliese smentisce: Non mi candido al congresso
"Io dico se avete qualcosa da chiedere, interrogatemi. Noi non siamo come gli altri. Noi siamo quelli che chiedono che si arrivi a sentenze". Così il premier Matteo Renzi nel suo intervento alla direzione nazionale del Pd. "Io chiedo alla magistratura italiana di andare il più velocemente possibile e di arrivare a sentenza. Un Paese civile arriva a sentenza", ha aggiunto il premier-segretario, che nella replica ha difeso la propria posizione: "Non ho attaccato i magistrati, ho chiesto sentenze. La politica italiana è deberlusconizzata, l'opinione pubblica no". "Noi ai magistrati – ha sottolineato – mandiamo le carte anche per email se necessario. Io ho detto, e lo ripeto, che si sono aperte tre processi che nessuno di questi è andato a sentenza. E' vero che i magistrati di Potenza hanno concluso il primo grado. Ma trattandosi di una sentenza che andrà in prescrizione tra quattro mesi non c'è alcuna possibilità che quella sentenza sia applicata".
SE SBLOCCARE OPERE E' REATO SON COLPEVOLE. Rivendichiamo le opere per sbloccare questo Paese" ha sottolineato il premier. Renzi ha quindi mostrato una serie di slide con le opere sbloccate dal suo Governo. "Pompei faceva notizia per i crolli", ha spiegato il premier illustrando una diapositiva. "Dario, quando la finiamo?", ha chiesto Renzi rivolto al ministro dei Beni culturali. "Se è reato sbloccare le opere pubbliche, io sono quello che sta commettendo reato" ha precisato Renzi "Per mia cultura giuridica compie reato chi infrange il codice penale, non chi utilizza il diritto parlamentare"
MULTINAZIONALI? PARTE DELLA NOSTRA ECONOMIA. "Le multinazionali, insieme alle piccole e medie imprese, sono una parte dell'economia italiana" ha sottolineato Renzi, rispondendo alle critiche secondo cui "i ministeri ascoltano le multinazionali", ha detto lo stesso premier. "Se viene Tim Cook di Apple, lo ricevo io", ha proseguito Renzi. "Pensate che stranezza!", ha aggiunto ironicamente il premier, sottolineando che non si può giudicare in maniera negativa "chi genera ricchezza". "Governo delle lobby lo dicono a qualcun altro, ma se la questione sono le opere pubbliche o private bloccate è mio compito istituzionale sbloccarle e fare in modo che arrivino a compimento" ha aggiunto
TRIVELLE E ASTENSIONE. "Chi lo ritiene ha tutto il diritto di non andare a votare sperando che il quorum non si raggiunga. La posizione dell'astensione al referendum, nel momendo in cui c'è un quorum è sacrosanta e legittima" ha detto il premier Matteo Renzi nel corso della direzione del Pd. "Serve una maggiore onestà intellettuale che dire 'un partito non può chiedere l'astensione'", ha aggiunto ricordando casi precedenti in cui gli stessi esponenti Pd di opposizione furono favorevoli all'astensione.
CUPERLO E EMILIANO ALL'ATTACCO. "Penso che non ti stai mostrando in questa fase all'altezza del ruolo che ricopri. Non stai mostrando la statura di un leader, anche se a volte coltivi l'arroganza dei capi. Questo può fare la rovina del Pd", è stato l'affondo di Gianni Cuperlo della minoranza dem, che ha votato contro la relazione del segretario-premier. "Se il referendum vince, e io me lo auguro e voterò sì, tornerebbe in vigore la legge che stabilisce che 'al fine di completare lo sfruttamento del giacimento possono essere concesse proroghe' se ha adempiuto a tutti gli obblighi. Questa norma è stata in vigore fino a ieri", ha detto invece il presidente della Puglia, Michele Emiliano, intervenendo alla segreteria del Pd a proposito del refrendum sulle trivelle. Il governatore pugliese, che ha anche lui votato contro la relazione di Renzi, ha sgombrato il campo dai rumors circolati sottolineando che "è assolutamente esclusa la mia candidatura al congresso del Pd".
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