di Elisabetta Graziani

Imola, 18 ott. (LaPresse) – Federico Pizzarotti, sindaco di Parma al primo mandato, è stato per tutti i due giorni del raduno M5S a Imola in mezzo al popolo Cinquestelle, per il secondo anno di nuovo sotto e non sopra il palco. Le frizioni tra il primo cittadino e il vertice Grillo-Casaleggio sono state a lungo un tormentone delle cronache pentastellate, l’ultima delle quali è sul presunto candidato sindaco di Bologna Massimo Bugani, vicino a Casaleggio. Lui evita volutamente di fare strumentalizzazioni, senza negare però le differenze di vedute. Pizzarotti non si tira indietro e parla di prescrizione, dei candidati premier, dei futuri senatori-sindaci e della riforma della pubblica amministrazione, con un passaggio su Ignazio Marino.

D. Grillo e Casaleggio frenano su Luigi Di Maio candidato premier del M5S e ribadiscono che a scegliere è la rete. Lei, sindaco, cosa ne pensa di Di Maio potenziale candidato? R. Penso che al momento sia il candidato migliore, dal punto di vista politico ma anche delle competenze. Di Maio è la figura al momento più dentro le tematiche legate al governo e al funzionamento del Parlamento, visto anche il suo ruolo di vicepresidente della Camera. In termini di squadra di governo è evidente poi che serve far crescere anche altre persone in modo da poter avere delle figure in grado di governare.

D. Casaleggio ha detto che il M5S al governo come prima cosa eliminerebbe la prescrizione, è d’accordo? R. Dipende per quali reati e quali tipi di causa, occorre sempre fare dei distinguo. La prescrizione in passato serviva per contenere il numero di processi in essere in un preciso lasso di tempo e per spronare i magistrati. Poi è diventato un modo per aggirare i processi. Ci sono tipi di reati – corruzione, concussione, contro la pubblica amministrazione e i reati ambientali – che non devono andare in prescrizione. Se io ho corrotto, non è che con il tempo il mio reato scompare. Se il lasso di tempo si è allungato, non è che io non ho commesso il reato. Invece ci sono altri tipi di reati più legati a concetti temporali, per i quali ci può anche essere una discussione e per i quali si può pensare a una revisione della giustizia.

D. Un bilancio del raduno di quest’anno? R. Io purtroppo del palco non so niente, tranne gli interventi di Grillo e Casaleggio, perché sono stato in mezzo a tantissima gente. Al pari dell’anno scorso, ho avuto tanto tempo per girare. Ho apprezzato il fatto che ci siano state molte più domande sui contenuti che su ‘come va con Grillo’.

D. Casaleggio sostiene che, anche se è difficile, il M5S proverà a stilare il programma di governo con gli iscritti. Cosa ne pensa? R. Il programma va fatto con iscritti sì, ma prima devi avere un canovaccio. Noi a Parma abbiamo fatto una bozza, poi siamo andati nei quartieri e l’ultimo passaggio è stato online.

D. Quale priorità dovrebbe affrontare secondo lei un governo Cinquestelle? R. Io vorrei la riorganizzazione delle amministrazioni locali e dei sindaci: il tema dei dipendenti pubblici e di quali poteri hai per riorganizzarli. Io sindaco, io Regione devo avere dei poteri su licenziamenti e assunzioni e sull’organizzazione della materia comunale. Adesso chiunque venga eletto ha le mani più legate rispetto a quello che servirebbe per essere incisivo. Perché le tutele costruite negli anni, in molti casi positive e corrette ma in altrettanti casi limitanti, ti impediscono di essere incisivo. Tu ti trovi una macchina comunale formata nel tempo – non parlo di Parma – e non sempre per competenze e per capacità.

D. Quindi anche Marino non poteva fare più di tanto? R. Ma assolutamente no, ha 30mila dipendentià E questo vale per tutti i sindaci. Questo è un tema di consapevolezza dei cittadini. I cittadini vedono solo gli assessori e i sindaci, quindi la colpa è loro. Invece la delibera non la faccio io: la fa il dirigente.

D. E la riforma delle amministrazioni si può fare solo con una legge nazionale? R. Sì. Hanno fatto una riforma della pubblica amministrazione annacquatissima. Erano partiti dai licenziamenti, ma i sindacati li hanno redarguiti e questo concetto è scomparso. Invece si deve avere un numero di dirigenti fisso che ricopre le funzioni proprie del Comune, mentre tutto quello che è di mandato, da come voglio rifare l’urbanistica ai temi strutturali, deve poterli scegliere il sindaco, nel bene e nel male. Quindi se prendo dei delinquenti, sono io il responsabile. Alla fine si incolpa sempre l’assessore, ma poi chi fa è la macchina amministrativa. Il margine di manovra è ridottissimo. Il ministro ha tremila dipendentià e se questi non gli danno retta? D. I futuri sindaci-senatori sono un bene? R. Per me la riforma del Senato è aberrante in generale perché, se il Senato non serviva, andava abolito. Se invece serviva, continuavamo a eleggerlo. I consiglieri regionali al Senato cosa mi rappresentano? E i sindaci dove lo trovano il tempo? Di queste riforme non si capisce il senso. Se il senso era snellire, allora il Senato andava tolto e si faceva la Camera delle autonomie, con i sindaci solo per le elezioni del Capo dello Stato e dei giudici della Consulta, che avvengono una volta ogni tanto, come accade in Francia.

D. Lei è al primo mandato, si ricandiderebbe? R. Chi lo sa, ce lo diremo in futuro.

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