Roma, 14 ott. (LaPresse) – Al via all’esame nell’aula del Senato la relazione del presidente della Commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma, sul ddl Unioni civili, meglio conosciuto come Cirinnà bis. Il testo in seconda stesura è infatti arrivato all’esame dell’assemblea senza il mandato ai relatori e senza aver concluso l’esame in commissione. Ieri, come annunciato, durante la capigruppo il Pd ha chiesto l’iuncardinamento del provvedimento prima dell’inizio della sessione di bilancio. Richiesta non appoggiata dall’alleato di governo Ap-Ncd che ha espresso propria contrarietà. Per le votazioni sul ddl Cirinnà bis occorrerrà però attendere la fine della sessione di bilancio sulla legge di stabilità.

Il disegno di legge sulle Unioni civili è stato incardinato questa mattina nell’aula del Senato, dove fortemente critici sono stati gli interventi di Forza Italia e Ncd. Una relazione tecnica del presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma, ha infatti dato il via all’esame del provvedimento che subirà lo stop per tutta la sessione del Bilancio e che probabilmente riprenderà il suo iter nel 2016. “L’esame – ha affermato l’azzurro Lucio Malan – si è ridotto alla mera relazione, da parte della relatrice e prima firmataria (Monica Cirinnà ndr), del solo contenuto del provvedimento” e la sua calendarizzazione “è un atto di forzatura contro la Costituzione e il Regolamento”. Per Carlo Giovanardi, invece i tempi “non sono stati abbreviati” con l’approdo in aula, “ma sono stati del tutto azzerati”.

“La volontà del Pd di imporre, con l’aiuto di Sel e 5 stelle, una legge tutta orientata alla genitorialità omosessuale divide la nazione più ancora che il Parlamento. In tutti i sondaggi la nostra società tanto è favorevole a regolare i diritti di convivenza delle coppie omosessuali quanto risulta contraria alla cura di minori. E’ questo il macigno divisivo che accompagnerà l’iter parlamentare”. Lo dichiara in una nota il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.

“Con ostinazione e arroganza il Pd ha voluto oggi incardinare in Aula al Senato il provvedimento sulle unioni civili, azzerando la discussione in Commissione e forzando le procedure, nonostante la nostra disponibilità a trovare un accordo sui tempi, e il ritiro dell’80% degli emendamenti da parte di Ncd per evitare strumentali accuse di ostruzionismo. Il Pd ha preferito invece votare il calendario con il M5S e con Sel piuttosto che cercare una mediazione”. Lo affermano in una nota congiunta Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi, esponenti del Nuovo Centrodestra.

“Il nuovo testo – spiegano – è, in realtà, il solito testo Cirinnà, che introduce una forma simil matrimoniale fra persone dello stesso sesso, e che con la stepchild adoption apre la porta all’utero in affitto. Il percorso del ddl è stato sottoposto a evidenti e pesanti forzature per evitare che si apra nel paese un dibattito approfondito sul tema, e perché il Pd possa mantenere una promessa fatta in campagna elettorale, pegno da pagare alla sinistra interna, ignorando ogni richiesta da parte degli alleati di governo. Il ricorso a maggioranze variabili a seconda delle convenienze del Pd – sottolineano – è per noi umiliante e inaccettabile, in particolare dopo lo sforzo comune per superare il percorso accidentato e faticoso sulle riforme. Né si può invocare l’autonomia del Parlamento, tentando di mascherare il coinvolgimento del governo: abbiamo ascoltato impegni pubblici presi dal Ministro dei Rapporti col Parlamento, sia sulla tempistica della legge che sui contenuti, e abbiamo persino assistito a uno sciopero della fame (sostanzialmente intrapreso contro l’alleato di governo) da parte di un sottosegretario”.

“Non possiamo che trarne le ovvie conclusioni, e cioè che fin da ora ci sentiamo liberi di non votare la fiducia al governo, quando sarà richiesta: se il Pd decide di ignorare i propri alleati, deve essere pronto ad accettarne le conseguenze”, concludono.

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