Milano, 13 ott. (LaPresse) – Curare i rapporti internazionali di Regione Lombardia. Questo il ruolo che da inizio settembre era stato affidato a Mario Mantovani, quando il governatore Roberto Maroni gli ha aveva tolto, dopo mesi di battaglie, la delega pesantissima alla Sanità in vista della nuova legge regionale che ha riordinato il settore, confinando il suo numero due al ruolo di vicepresidente senza più poteri.
Il passato di Mantovani, eletto in Regione con la cifra record di 13mila preferenze, parla di ben altri incarichi e ruoli. Fedelissimo di Silvio Berlusconi fin dalla sua “discesa in campo” nel 1994, Mantovani ha militato prima in Forza Italia e poi nel Pdl. Una lunga corsa, la sua, coronata nel 2008 con l’incarico di sottosegretario alle Infrastrutture. Nella sua carriera, però ha ricoperto anche l’incarico di europarlamentare, a partire dal 2008 e dal 2013 è stato nominato coordinatore lombardo del partito, per poi lasciare il testimone a Mariastella Gelmini. È stato anche eletto al Parlamento Europeo a partire dal 1999 e nel 2013 è stato eletto consigliere regionale per al Lombardia con il record di 13mila preferenze. Ma l’incarico che Mantovani ha sempre preferito è quello di sindaco di Arconate, il paese in provincia di Milano dov’è nato e dove abita con tutta la sua famiglia.
Eletto una prima volta nel 2001, ha lasciato l’incarico per incompatibilità nel giugno del 2013, solo dopo un lungo tira e molla. Dopo aver ottenuto dal presidente Maroni la delega alla Sanità al Pirellone, non conciliabile per legge con altri incarichi politici, ha dovuto anche lasciare la poltrona da senatore. Per permettergli di essere rieletto tre volte come primo cittadino (la legge prevede al massimo due mandati) nel 2008 11 consiglieri di maggioranza si sono dimessi, aprendogli la strada verso la riconferma che, puntuale, è arrivata con il 66% dei consensi. Tra le sue iniziative da amministratore, quella di conferire nel 2007 al cittadinanza onoraria a Rosa Bossi, mamma di Silvio Berlusconi.
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