Roma, 22 ott. (LaPresse) – La violenza dello Stato Islamico (ex- Isil), costituisce “un pericolo serio per l’Occidente”, ma “lo è innanzitutto per i Paesi del Golfo. Non siamo dunque di fronte a uno scontro di civiltà, ma in presenza di un pericoloso progetto politico che solo l’unità di cristiani, musulmani e laici potrà sconfiggere. Sul piano militare l’Occidente dovrà fare la sua parte, ma questa guerra si vince se le grandi potenze di quell’area ne saranno le protagoniste principali. La sfida sarà quindi lunga e faticosa e non potrà risolversi solo nell’azione militare”. Lo scrive il sen. Nicola Latorre (Pd), presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

“Il messaggio di violenza, fanatismo e morte che caratterizza l’azione criminale dell’Isis – aggiunge Latorre – ha una sua inquietante capacità di attrazione non solo nell’area in cui agisce, ma anche in Occidente, e in Europa in particolare, come testimonia il fenomeno dei ‘foreign fighters’. I rapporti insani tra gran parte dei popoli mediorientali e le loro dirigenze politiche ha prodotto l’esplosione di una crisi enorme in quelle società. E noi, l’Occidente, in virtù di una impressionante superficialità di analisi, ci siamo illusi che quella crisi potesse sfociare nel fenomeno delle primavere arabe”.

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