Roma, 28 gen. (LaPresse) – “Il Paese è stanco di populismi e reticenze”, “le riforme domani saranno realizzate solo se oggi non si fanno promesse incaute e contraddittorie” e ancora “la gente vuole che la politica cessi di essere una via indecorosa per l’arricchimento personale”. Questo il “richiamo” ai politici italiani da parte dei vescovi. L’appello parte da Angelo Bagnasco, che durante la sua prolusione che apre i lavori del Consiglio permanente, ‘ammonisce’ candidati e partiti. “Gli italiani – dice il cardinale – a quel che comprendiamo, non chiedono l’impossibile, esigono piuttosto che nessuno dei sacrifici compiuti vada deviato o perduto. E che a partire da questi sacrifici si allestisca l’intelaiatura di una ripresa concreta, diffusa, equa”.

“Ma un simile obiettivo – continua l’arcivescovo di Genova – insieme morale e politico, è concretamente sperabile se non manca ora la capacità di autocritica, l’abbandono di ogni automatico addebito ad altri, la determinazione di non raggirare domani gli impegni assunti con l’elettorato oggi”. “Per questo – continua Bagnasco- s’impone un potere disciplinare affidabile e una regolazione rigorosa affinché il malcostume della corruzione sia sventato, tenendo conto però che a poco servono le necessarie leggi se le coscienze continuano a respirare una cultura che esalta il successo e la ricchezza facile, anziché l’onore del dovere compiuto”.

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