Milano, 16 mar. (LaPresse) – “Sono a conoscenza che i soldi per la politica dovevano essere destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta Cassanese, in particolare Forza Italia e Lega Nord”. Questo un passaggio chiave dell’interrogatorio del 9 novembre 2011 davanti ai pm milanesi di Gilberto Leuci, uno degli indagati nell’inchiesta su un giro di presunte tangenti che ha coinvolto anche presidente del consiglio regionale Davide Boni. “Posso dire – aggiunge Leuci, fornendo i dettagli del presunto giro di mazzette – che le operazioni che io ho montato a Cassano, sulle quali ho percepito denaro dagli imprenditori, denaro che oggi ho girato a Michele Ugliola trattenendo la mia parte, sono circa 12. Posso quantificare in circa un milione e mezzo di euro la somma che io ho ritirato dagli imprenditori per le predette operazioni. Io e Ugliola trattenevamo generalmente tra un quarto e un terzo delle somme ricevute valutando la quota trattenuta caso per caso”. L’indagato spiega come avveniva la spartizione delle tangenti. “La quota da destinare ai politici, di circa due terzi della somma percepita, era gestita completamente da Ugliola, il quale si occupava di recapitarla ai politici”. Quanto al ruolo di Davide Boni e del capo della sua segreteria politica, Dario Ghezzi, Leuci non sa “indicare un esponente politico preciso per quanto riguarda il partito Forza Italia, mentre posso indicare Boni e Ghezzi come politici di livello più alto, con cui aveva stretti rapporti Ugliola, da cui avevamo copertura”.
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