Roma, 3 feb. (LaPresse) – Silvio Berlusconi non ha intenzione di ricandidarsi alla carica di primo ministro, pur sentendosi “ancora giovane”. Lo ha rivelato lo stesso ex premier italiano in un’intervista al Financial Times, rilasciata dalla sua residenza romana e anticipata sul sito del quotidiano economico. “Ho fatto un passo indietro, anche nel mio partito”, dice Berlusconi, notando che le sue tre vittorie elettorali dal 1994 lo hanno già reso il primo ministro più longevo del dopoguerra. Nell’intervista Berlusconi afferma anche di essersi dimesso a novembre “con senso di responsabilità” ed “eleganza”, perché attaccato “da una campagna ossessiva dei media nazionali ed esteri che hanno accusato me personalmente e il governo – spiega – per l’alto spread dei bond statali italiani e per la crisi sul mercato”. Se fosse rimasto al governo, aggiunge, avrebbe potuto “danneggiare l’Italia”.
Berlusconi ha quindi ribadito il suo sostegno al delfino Angelino Alfano, ex ministro della Giustizia attuale leader del Pdl, pur sottolineando che il partito terrà le primarie per scegliere il candidato a premier. In ogni caso, l’ex presidente del Consiglio ha mostrato di non aver intenzione di lasciare del tutto la politica, segnalando in questo modo che potrebbe rimanere una figura influente come “padre fondatore” del partito e candidarsi come membro del Parlamento in una prossima legislatura. “Ho ancora un forte consenso popolare, almeno il doppio dei miei colleghi Merkel e Sarkozy”, ha detto Berlusconi, aggiungendo: “Nei sondaggi ho personalmente un sostegno del 36%. Se cammino per le strade fermo il traffico. Sono un pericolo pubblico e non posso uscire per fare shopping!”.
L’intervista del quotidiano britannico si sofferma anche sull’attualità più stretta e sull’esecutivo guidato da Mario Monti. “Spero che questo governo, sostenuto per la prima volta dall’intero Parlamento, abbia la possibilità di proporre grandi riforme strutturali, iniziando dall’architettura istituzionale dello Stato, senza cui non possiamo pensare di avere un Paese moderno e veramente libero e democratico”, ha detto Berlusconi, sostenendo che la Costituzione italiana stilata nell’immediato dopoguerra abbia reso l’Italia virtualmente ingovernabile e necessiti di riforme che diano al primo ministro più autorità, taglino il numero dei piccoli partiti in Parlamento e limitino l’influenza di quella che definisce una giustizia dominata dalla sinistra che si è immischiata in politica.
Un accenno poi anche alle questioni giudiziarie e ai processi Mills e Ruby, rispetto a cui Berlusconi si è detto “sereno”. A 75 anni, l’ex premier dice di sentirsi “ancora giovane”, mostrando un livido che sostiene di essersi procurato giocando a hockey sui ghiaccio con l’amico Vladimir Putin. Un’età che però, ammette, lo rende troppo anziano per correre nuovamente alla carica di primo ministro nelle elezioni che dovrebbero tenersi nella primavera 2013.
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