Allarme di Greenpeace, l'associazione ambientalista mette sotto accusa l'inquinamento

A Roma è allarme per il super caldo, tanto che in alcune aree, dove si formano le ‘isole di calore‘ – come il Colosseo e piazza San Pietro – si sono superati i 50 gradi centigradi.

La Capitale che ‘bolle’ – spiega Greenpeace – è “conseguenza della crisi climatica“. L’associazione ambientalista, con i suoi volontari, hanno infatti portato avanti oggi un monitoraggio per le strade di Roma, realizzando foto e video con una termocamera a infrarossi che misura istantaneamente la temperatura delle superfici, in base all’indicatore messo a punto dal gruppo di esperti del Climate central per quantificare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla temperatura, in diverse città italiane – Roma inclusa.

I volontari della Ong incalzano: “Oggi l’indice di cambio climatico è al massimo livello”, significa che “la temperatura misurata in queste ore sarebbe stata altamente improbabile in un mondo senza il riscaldamento causato da attività umane come lo sfruttamento delle fonti fossili” e lanciano un monito: “Le ondate di calore stanno diventando più probabili e intense a causa della crisi climatica, aggravata dall’irresponsabilità delle grandi compagnie petrolifere”.

A Roma l’incremento della temperatura per effetto della crisi climatica è di 7,3 gradi; a Potenza di 8,9 gradi, a Palermo di 7,3, a Perugia di 5,7, a Trento 4,7.

Nella Capitale con il monitoraggio di oggi, Greenpeace ha raccolto immagini con la termocamera intorno al Colosseo, a Piazza San Pietro e all’esterno della Stazione Termini, “aree in cui si formano delle isole di calore, con temperature elevate e presenza di numerose persone”. Le temperature delle superfici inquadrate dalla termocamera sono risultate ampiamente superiori ai 50 gradi.
 
I volontari di Greenpeace hanno mostrato dei cartelli con la scritta ‘Chi paga?’, in riferimento – rileva l’associazione – “ai costi sanitari e economici che ricadono sulle spalle della collettività nonostante siano conseguenza delle attività delle grandi aziende del settore fossile”.    Secondo Greenpeace “la temperatura del Pianeta continua ad aumentare e la comunità scientifica avverte che le ondate di calore stanno diventando più probabili e intense a causa della crisi climatica, aggravata dall’irresponsabilità delle grandi compagnie petrolifere”.

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