Il 25 maggio l'afroamericano morì mentre un poliziotto premeva il ginocchio sul suo collo e lui urlava 'I can't breathe'

Sono passati cinque anni dalla morte di George Floyd, morto soffocato il 25 maggio 2020 dopo che alcuni agenti lo avevano fermato e uno di loro gli aveva premuto il ginocchio sul collo mentre lui, afroamericano, ripeteva urlando ‘I can’t breathe’, ‘Non riesco a respirare’. Una frase diventata simbolo delle proteste contro le violenze della polizia nei confronti degli afroamericani e simbolo del movimento Black Lives Matter.

Nelle immagini del 2020, le proteste immediatamente successive alla morte di Floyd, che incendiarono Minneapolis per giorni.

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