Elon Musk attacca la Ue: “Andrebbe abolita e la sovranità restituita ai singoli Paesi”

Elon Musk attacca la Ue: “Andrebbe abolita e la sovranità restituita ai singoli Paesi”
Elon Musk (AP Photo/Jose Luis Magana)

La Commissione europea ha comminato a X una multa di 120 milioni di euro

Elon Musk risponde alla Commissione europea, dopo la multa comminata a X per 120 milioni di euro e, con un post su X, attacca le istituzioni europee. “L’Ue dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli Paesi, in modo che i governi possano rappresentare meglio i propri cittadini”.

Orban: “Tanto di cappello a Elon Musk”

 “L’attacco della Commissione a X dice tutto. Quando i signori di Bruxelles non riescono a vincere il dibattito, ricorrono alle multe. L’Europa ha bisogno di libertà di parola, non di burocrati non eletti che decidono cosa possiamo leggere o dire. Tanto di cappello a Elon Musk per aver mantenuto la posizione”. Lo scrive su X il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban.

I motivi della sanzione

 La Commissione europea ha adottato una decisione di non conformità nei confronti di X per violazione degli obblighi di trasparenza previsti dal Digital Services Act (DSA). Le violazioni includono la grafica ingannevole del suo “segno di spunta blu“, la mancanza di trasparenza del suo archivio pubblicitario e il mancato accesso ai dati pubblici per i ricercatori. La sanzione è di 120 milioni, di cui 45 per la spunta blu, 35 per l’archivio degli annunci e 40 per l’accesso ai dati per i ricercatori. Si tratta della prima multa inflitta ai sensi del Dsa, che prevede la possibilità di multare le piattaforme online di grandissime dimensioni (VLOP) fino al 6% del loro fatturato annuo globale per inosservanza delle norme DSA, ad esempio per mancata gestione di contenuti illegali o rischi sistemici. X è stato informato prima della decisione.

“La sanzione deve essere proporzionata alla violazione e non può superare un tetto massimo. Non importa quale percentuale. Rispetto al patrimonio totale dell’impresa, questa non è come in altri tipi, dove si tratta di una percentuale punitiva del patrimonio totale”, ma è “dissusiva”, riferisce un alto funzionario Ue. Il 18 dicembre 2023 la Commissione ha avviato un procedimento formale per valutare se X possa aver violato il DSA in ambiti legati alla diffusione di contenuti illegali e all’efficacia delle misure adottate per contrastare la manipolazione delle informazioni, per i quali l’indagine è ancora in corso. Questo procedimento ha riguardato anche l’uso di una grafica ingannevole, la mancanza di trasparenza nella pubblicità e l’insufficiente accesso ai dati per i ricercatori, per i quali la Commissione ha adottato conclusioni preliminari il 12 luglio 2024 e una decisione di non conformità.

“La decisione di non conformità nei confronti di x, e il primo caso aperto il 23 dicembre, che rappresenta una chiusura parziale di quell’indagine e si concentra sulla non conformità di tre aspetti specifici. Il primo è la violazione che riscontriamo del divieto di progettazione ingannevole previsto dal Digital Services Act, e questo riguarda il segno di spunta blu che X rende disponibile sui suoi account, che abbiamo riscontrato essere ingannevole per gli utenti, inducendoli a credere che dietro gli account contrassegnati dal segno di spunta blu ci sia un utente reale e verificato – spiega il funzionario -. In secondo luogo, abbiamo riscontrato una violazione dell’obbligo previsto dal DSA di rendere disponibile un archivio pubblicitario, e archivi pubblicitari come un database accessibile al pubblico in cui tutti gli annunci pubblicati sulle piattaforme possono essere ricercati. E questo è particolarmente importante per analizzare gli annunci truffa e gli annunci politici falsi che circolano nel contesto delle elezioni, ad esempio”.

In terzo luogo, abbiamo riscontrato una violazione anche di una disposizione del Digital Services Act, che consente ai ricercatori di analizzare su larga scala i dati disponibili al pubblico sui social media, al fine di studiarne effetti quali la polarizzazione o la diffusione, ovvero come diversi tipi di contenuti si diffondono sulla piattaforma. Abbiamo inoltre riscontrato che il sistema che X ha messo in atto per questo accesso a ricercatori indipendenti viola anch’esso il DSA”, aggiunge. X, precedentemente nota come Twitter, è stata designata come Very Large Online Platform (VLOP) il 25 aprile 2023 ai sensi del Digital Services Act dell’UE, a seguito della sua dichiarazione di aver raggiunto oltre 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE. 

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