Gaza, appello di 25 Paesi tra cui l’Italia: “Guerra deve finire ora”

Gaza, appello di 25 Paesi tra cui l’Italia: “Guerra deve finire ora”
(AP Photo/Jehad Alshrafi)

Tajani: “A Deir al-Balah ci sono operatori italiani e dell’Onu, Idf cessino attacchi”

“Noi, i firmatari elencati di seguito, ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire subito“. È quanto si legge in una dichiarazione su Gaza che porta la firma dei ministri degli Esteri di 25 Paesi, fra cui l’Italia, e della commissaria Ue per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. Il testo, sottoscritto anche da Antonio Tajani, porta la firma dei capi delle diplomazie di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

“Cessate il fuoco immediato e permanente”

Nella dichiarazione si legge: “Invitiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla.
Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto per raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni per sostenere un cessate il fuoco immediato e un percorso politico verso la sicurezza e la pace per gli israeliani, i palestinesi e l’intera regione”.

“Inaccettabile la proposta di ‘città umanitaria’ a Gaza”

La dichiarazione continua: “Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare gli obblighi del diritto internazionale umanitario. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una ‘città umanitaria‘ sono del tutto inaccettabili. Lo sfollamento forzato permanente è una violazione del diritto internazionale umanitario”. Lo scorso 7 luglio il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato di avere incaricato l’Idf e il ministero di presentare un piano per fondare quella che definisce una “città umanitaria” sulle rovine di Rafah. A suo dire l’idea prevedrebbe di ‘accogliere’ inizialmente circa 600mila palestinesi che vivono nella zona di Mawasi, dopo averli controllati per garantire che non entrino agenti di Hamas, e il ministro ha dichiarato apertamente che ai palestinesi non sarà permesso di lasciare la zona. In quella occasione ha sottolineato la sua ambizione di incoraggiare i palestinesi a “emigrare volontariamente” dalla Striscia di Gaza verso altri Paesi.

“Inaccettabile che Israele neghi aiuti a civili Gaza”

I 23 Paesi, tra cui l’Italia, hanno anche ribadito “il rifiuto da parte del governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario”. “Le sofferenze dei civili a Gaza hanno raggiunto livelli senza precedenti. Il modello di consegna degli aiuti adottato dal governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva gli abitanti di Gaza della dignità umana. Condanniamo la distribuzione di aiuti con il contagocce e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più di base, quali acqua e cibo. È terribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti”, recita la dichiarazione, in cui viene chiesto “al governo israeliano di revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e di consentire con urgenza alle Nazioni Unite e alle ong umanitarie di svolgere il loro lavoro di salva-vita in modo sicuro ed efficace”.

“Chiediamo l’immediato rilascio degli ostaggi”

Il testo fa anche riferimento agli ostaggi israeliani ancora nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023: “Gli ostaggi crudelmente tenuti prigionieri da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a soffrire terribilmente. Condanniamo la loro detenzione prolungata e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza per riportarli a casa e porre fine all’agonia delle loro famiglie”.

“Ci opponiamo a modifiche territori palestinesi occupati”

L’appello precisa: “Ci opponiamo fermamente a qualsiasi iniziativa volta a modificare la situazione territoriale o demografica nei Territori palestinesi occupati. Il piano di insediamento E1 annunciato dall’amministrazione civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due lo Stato palestinese, violando in modo flagrante il diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha subito un’accelerazione, mentre la violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente. Questo deve cessare”.

Tajani: “A Deir al-Balah ci sono operatori italiani e Onu, Israele fermi raid”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha infine aggiunto: “Ho ricevuto notizia che nella zona di Deir al-Balah ci sono operatori italiani e delle Nazioni Unite: è una zona di Gaza che sarebbe una ‘zona sicura’ e che invece da ore è sottoposta a fuoco israeliano. Abbiamo chiesto informazioni al governo israeliano, soprattutto chiediamo con forza che quegli attacchi, ma anche tutti gli attacchi, si cessino immediatamente. Bisogna cessare il fuoco definitivamente, liberare gli ostaggi israeliani, proteggere la popolazione palestinese e fare entrare massicciamente gli aiuti umanitari e sanitari”.

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