La politica a LaPresse: "Riconosco gli sforzi di Trump ma dobbiamo essere lucidi. Mosca cercherà di ingannare, di dividere, di dominare"
Una pace giusta in Ucraina e una Bielorussia libera per un’Europa più forte e sicura. E’ il messaggio della leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tsikhanouskaya intervistata da LaPresse, mentre sembra affacciarsi la possibilità che la guerra in Ucraina finisca entro l’anno.
Tuttavia, la politica invita a non abbassare la guardia, soprattutto nei confronti del presidente russo, Vladimir Putin. “Siamo onesti: Putin non vuole la pace, vuole la capitolazione. Vuole il pieno controllo, non un compromesso. Ecco perché qualsiasi pace che lasci truppe russe o armi nucleari in Bielorussia non sarà duratura: ridisegna semplicemente la linea del fronte e prepara il terreno per la prossima guerra, forse contro i Paesi baltici o la Polonia. Non c’è pace duratura senza una Bielorussia libera”, rimarca.
Secondo Tsikhanouskaya, la pace è possibile ma è fondamentale che sia – sottolinea a più riprese – giusta e duratura, garantendo la sovranità dell’Ucraina e riconoscendo al tempo stesso la responsabilità della Russia. “Non può essere – rimarca – una pausa temporanea che dà a Putin il tempo di riorganizzarsi e colpire di nuovo”.
We all long for peace. But real peace cannot reward aggression. Peace must never mean surrender.
Putin continues to attack Ukraine. If he wins, he won’t stop. Belarus will remain under occupation & others could follow.
Europe’s security begins with a free 🇺🇦 & a free Belarus. pic.twitter.com/AQjzjoz2Rt
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) May 2, 2025
Sul contributo degli Stati Uniti – che ieri hanno firmato con Kiev un accordo sulle risorse minerarie – ai negoziati, Tsikhanouskaya è fiduciosa: “Credo che il presidente Trump voglia davvero la pace, e riconosco gli sforzi già compiuti. Ha la forza e l’influenza per mediarla. Ma – avverte – dobbiamo essere lucidi: Putin cercherà di ingannare, di dividere, di dominare. Ecco perché dobbiamo rimanere saldi e fermi nel chiedere una pace basata sulla giustizia e sulla sicurezza, non sulle concessioni”. Le richieste avanzate da Kiev “sono giuste. E l’Occidente deve sostenerle, perché la posta in gioco è più grande dell’Ucraina. Putin vuole dividere l’Europa in sfere di influenza. Vuole una parte dell’Ucraina, tutta la Bielorussia e il controllo sulle altre nazioni europee”.
La presidente del Gabinetto di Transizione unitaria della Bielorussia con il quale promuove la causa del Paese e prosegue la battaglia contro il regime autoritario di Alexander Lukashenko – che a gennaio ha vinto le elezioni presidenziali farsa con l’87,6% dei voti – fa un appello all’Unione europea: “Sostenete il nostro movimento, riconoscete la nostra lotta e aiutateci a mantenere viva la fiamma della libertà. Non dateci a Putin come premio di consolazione. Una Bielorussia libera significa un’Europa più forte e più sicura”.
La situazione nel suo Paese, racconta, sta peggiorando con oltre 1.200 prigionieri politici ancora in carcere. “Viviamo come in un Gulag”, dice sottolineando che “torture, censura, persecuzioni religiose: tutto questo accade ancora. Non ho visto mio marito per cinque anni e due anni fa è semplicemente scomparso. Non so se sia vivo. E ci sono centinaia di famiglie nella nostra situazione. Ma tutta questa repressione non ferma la gente. La nostra speranza è viva. I bielorussi resistono e si preparano a un nuovo slancio, osservando attentamente l’Ucraina, perché i nostri destini sono legati”.
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