I manifestanti chiedono le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina
Sono saliti ad almeno 95 i morti in Bangladesh nel corso delle proteste antigovernative che stanno infiammando il paese, con scontri tra i manifestanti, che chiedono le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina, le forze di polizia e i sostenitori del governo. I manifestanti hanno attaccato la Bangabandhu Sheikh Mujib Medical University, un importante ospedale pubblico nella zona di Shahbagh a Dhaka, incendiando diversi veicoli.
Il principale quotidiano in lingua bengalese del Paese, Prothom Alo, ha riferito che almeno 95 persone, tra cui almeno 14 agenti di polizia, sono morte nelle violenze. Channel 24 ha riferito di almeno 85 morti.
Mentre infuriavano le violenze, la premier Sheikh Hasina ha dichiarato che coloro che stavano compiendo “sabotaggi” e distruzioni in nome delle proteste non erano più studenti, ma criminali, e ha detto che la popolazione avrebbe dovuto affrontarli con le maniere forti. Il partito di governo Awami League ha affermato che la richiesta di dimissioni di Hasina dimostra che le proteste sono state prese in mano dal principale partito di opposizione Bangladesh Nationalist Party e dal partito Jamaat-e-Islami, ora bandito.
I motivi delle proteste in Bangladesh
I manifestanti chiedono le dimissioni di Hasina, dopo che le precedenti proteste di luglio, iniziate con gli studenti che chiedevano la fine del sistema di quote per i posti di lavoro statali, sono degenerate in violenze che hanno causato più di 200 morti.Sempre oggi, il governo ha annunciato una vacanza da lunedì a mercoledì. I tribunali rimarranno chiusi a tempo indeterminato. Il servizio di internet mobile è stato disattivato, mentre Facebook e le applicazioni di messaggistica, tra cui WhatsApp, sono inaccessibili anche su internet a banda larga. Il ministro dell’Informazione e della Radiodiffusione Mohammad Ali Arafat ha annunciato oggi che i servizi di internet mobile e di messaggistica sono stati disattivati per prevenire la violenza. Le autorità hanno chiuso scuole e università in tutto il Paese, bloccato l’accesso a Internet e imposto il coprifuoco a vista. Nelle ultime settimane sono state arrestate almeno 11.000 persone.
I manifestanti hanno lanciato un appello alla “non cooperazione”, invitando i cittadini a non pagare le tasse e le bollette e a non presentarsi oggi al lavoro. La domenica è infatti un giorno lavorativo in Bangladesh. Gli uffici, le banche e le fabbriche sono stati aperti, ma i pendolari di Dacca e di altre città hanno avuto difficoltà a recarsi al lavoro. I manifestanti hanno assaltato la Bangabandhu Sheikh Mujib Medical University, un importante ospedale pubblico nella zona di Shahbagh a Dhaka, incendiando diversi veicoli.I filmati mostrano i manifestanti mentre vandalizzano un furgone della prigione presso la corte del magistrato metropolitano capo di Dacca. In altri video si vede la polizia scontrarsi con i manifestanti aprendo il fuoco, lanciando gas lacrimogeni e proiettili di gomma. I manifestanti hanno dato fuoco a veicoli e uffici del partito al governo. Alcuni portavano armi da taglio e bastoni.
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