Blinken chiama Gallant: "Israele accetti proposta per tregua"

Nuova giornata di guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Grandi novità sul fronte diplomatico, con l’Egitto che ha comunicato l’ok di Hamas alla proposta statunitense per la tregua a Gaza. Il Segretario di Stato Usa Blinken ha chiamato il ministro della Difesa di Tel Aviv, Gallant, per invitare Israele ad approvare anch’esso l’accordo. Diversi raid israeliani nella notte, secondo quanto riportato da al Jazeera, hanno intanto portato a 22 nuove vittime tra la popolazione palestinese. IN AGGIORNAMENTO

21:09 Biden a emiro Qatar: “Hamas unico ostacolo per accordo”

Il presidente americano Joe Biden ha parlato con l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani, in merito all’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito la Casa Bianca spiegando che i due hanno confermato che l’intesa sul cessate il fuoco e sulla liberazione degli ostaggi ora sul tavolo offre una tabella di marcia concreta per porre fine alla crisi. Biden inoltre ha confermato la disponibilità di Israele a portare avanti le condizioni ora offerte ad Hamas e ha sottolineato che questa è la migliore opportunità possibile per un accordo e che il continuo rifiuto di Hamas di rilasciare ostaggi non farebbe altro che prolungare il conflitto e negare il sollievo alla popolazione di Gaza. Biden ha ribadito poi che gli Stati Uniti, insieme all’Egitto e al Qatar, lavoreranno per garantire la piena attuazione dell’intero accordo, esortando il Qatar a utilizzare tutte le misure appropriate per garantire l’accettazione dell’accordo da parte di Hamas. Ha detto che l’organizzazione palestinese è ora l’unico ostacolo a un cessate il fuoco completo e agli aiuti per la popolazione di Gaza. Biden infine ha ringraziato l’emiro e la sua squadra per gli instancabili sforzi volti a garantire il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza e ha accettato di rimanere in stretto contatto nei prossimi giorni.

20:35 G7: “Sosteniamo proposta Usa, Hamas accetti accordo”

“Noi, i leader del Gruppo dei Sette (G7), approviamo pienamente e sosterremo l’accordo complessivo delineato dal Presidente Biden che porterebbe a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi, a un forte e significativo aumento dell’assistenza umanitaria da distribuire a Gaza e una fine duratura della crisi, assicurando gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili di Gaza. Riaffermiamo il nostro sostegno a un percorso credibile verso la pace che conduca a una soluzione dei due Stati. Chiediamo ad Hamas di accettare questo accordo, che Israele è pronto a portare avanti, e invitiamo le Nazioni che hanno influenza su Hamas a contribuire a garantire che lo faccia”. Così i leader del G7, sotto la presidenza italiana, in una nota congiunta.

19:53 Israele annuncia la morte di quattro ostaggi

L’esercito israeliano ha confermato la morte di quattro ostaggi israeliani tenuti prigionieri da Hamas, dopo aver ottenuto nuove informazioni di intelligence. Lo riportano i media dello Stato ebraico. Si tratta di Chaim Peri, 79 anni, Amiram Cooper, 84 anni, Yoram Metzger, 80 anni, e Nadav Popplewell, 51 anni. Secondo quanto riportato erano tutti detenuti insieme da Hamas nell’area di Khan Younis e sarebbero morti diversi mesi fa. A dicembre Hamas aveva pubblicato un video di propaganda di Peri, Cooper e Metzger e a marzo ha affermato che i tre erano stati uccisi dagli attacchi israeliani. Popplewell invece era comparso in un video a maggio, apparentemente settimane dopo la sua uccisione. L’IDF ha ora confermato la morte di 41 dei restanti 120 ostaggi ancora detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.

16:40 Hamas chiede garanzia Usa su accordo

Fonti di Hamas hanno riferito al quotidiano israeliano Haaretz che la leadership del gruppo ha informato i mediatori di Qatar ed Egitto che Hamas chiede una garanzia ufficiale da parte degli Stati Uniti che Israele attuerà tutte le condizioni dell’accordo, in particolare la richiesta di un cessate il fuoco duraturo. Lo riporta la stessa testata israeliana, aggiungendo che i funzionari egiziani  hanno chiesto a Hamas di inviare i suoi rappresentanti di alto livello al Cairo per discutere dell’accordo di cessate il fuoco. Oltre ai funzionari di Hamas, l’Egitto chiede anche ai rappresentanti di Jihad islamica e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di partecipare alle discussioni, in modo da raggiungere una posizione unificata che rappresenti tutte le principali fazioni palestinesi di Gaza. Fonti di Hamas tuttavia, riporta sempre Haaretz, hanno espresso pessimismo sull’avanzamento dei negoziati in seguito alle notizie di disaccordi in Israele sull’attuazione di un cessate il fuoco completo.

 15.19 Netanyahu: “Tregua solo alle nostre condizioni”

“L’affermazione secondo cui abbiamo concordato un cessate il fuoco senza che le nostre condizioni fossero soddisfatte non è vera”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, intervenendo davanti alla commissione per gli Affari esteri e la Sicurezza della Knesset. Lo riporta Ynet. Secondo una fonte politica, nel suo intervento, Netanyahu ha spiegato che Israele non si è impegnato a porre fine alla guerra senza il raggiungimento dei suoi obiettivi: l’eliminazione delle capacità militari e di governo di Hamas nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e il fatto che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Il primo ministro ha inoltre aggiunto che lo schema proposto consente a Tel Aviv di riprendere i combattimenti in qualsiasi momento. 

15.10 Tajani: “Da Natanyahu apertura, spero prevalga buon senso” 

 “Netanyahu sa bene che la popolazione vuole la liberazione degli ostaggi. Quindi la sua mi pare un’apertura. Spero che prevalga il buon senso, troppi morti, dobbiamo lavorare per la pace”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Tagadà su La7. 

14.05 Netanyahu: “Tregua a tempo per ostaggi, poi discuteremo”

Parlando alla commissione Affari esteri della Knesset il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto di non essere d’accordo sulla fine della guerra come parte dell’intesa per il rilascio degli ostaggi, definendo “parziale” lo schema di accordo arrivato dagli Stati Uniti. Lo riporta Ynet. “Lo schema presentato da Biden è parziale. La guerra verrà fermata per la restituzione degli ostaggi e poi si procederà con la discussione – ha spiegato Netanyahu – Ci sono altri dettagli che il presidente degli Stati Uniti non ha presentato al pubblico”. 

13:30 Egitto rifiuta presenza israeliana a valico Rafah

L’Egitto rifiuta la presenza israeliana al valico di frontiera di Rafah tra la penisola egiziana del Sinai e la Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry in conferenza stampa congiunta con il minsitro degli esteri spagnolo José Manuel Albares a Madrid. “È difficile che il valico di Rafah continui a funzionare senza un’amministrazione palestinese”, ha aggiunto Shoukry

13:00 11 morti in raid Israele su centro Gaza, fra loro 3 bambini

Undici persone sono state uccise in raid di Israele nella notte sulla parte centrale della Striscia di Gaza e fra loro ci sono una donna e 3 bambini. Lo riferiscono fonti sanitarie palestinesi. Un attacco contro un’abitazione nel campo profughi di Bureij ha ucciso 4 persone, tra cui i 3 bambini. Il secondo attacco, all’inizio di lunedì, ha ucciso 7 persone, tra cui una donna, nel campo profughi di Nuseirat. Entrambi i campi risalgono alla guerra del 1948, quando centinaia di migliaia di palestinesi fuggirono o furono cacciati dalle aree che divennero parte del nuovo Stato. I rifugiati e i loro discendenti costituiscono la maggior parte della popolazione di Gaza. Un reporter dell’Associated Press ha contato i corpi arrivati all’ospedale Al-Aqsa Martyrs nella città centrale di Deir al-Balah lunedì e ha confermato i dettagli con i registri dell’ospedale.

11:30 Khamenei: “Israele si sta disintegrando”

La Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato lunedì che Israele si sta disintegrando a causa della sua guerra contro Hamas. Parlando in occasione della cerimonia per il 35° anniversario del defunto leader del Paese, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, Khamenei ha dichiarato: “Oggi il regime sionista si sta gradualmente sciogliendo davanti agli occhi dei popoli del mondo”. Il suo discorso, di circa 55 minuti, è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato. Il leader spirituale dell’Iran ha affermato che la risposta di Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha dato inizio alla guerra, lo ha posto in un “corridoio senza uscita”.

11:15 Gallant a Blinken: “Discusso alternativa a governo Hamas”

Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto al Segretario di Stato americano Antony Blinken che Israele è determinato a smantellare Hamas e a trovare un’alternativa per governare Gaza. Lo riporta il Times of Israel citando un comunicato rilasciato dall’ufficio di Gallant dopo il colloquio telefonico con Blinken. “Nell’ambito di qualsiasi processo di sviluppo, il ministro Gallant ha sottolineato l’impegno di Israele a smantellare Hamas come autorità di governo e militare. A questo proposito, ha discusso la questione dell’identificazione e della possibilità di far emergere un’alternativa di governo locale”, si legge nel comunicato.

11:00 Egitto: “Da Hamas ok a proposta accordo Usa”

“Le dichiarazioni preliminari di Hamas indicano che ha accolto positivamente” la proposta di un accordo per la tregua in Medioriente presentata dagli Stati Uniti “ora aspettiamo la risposta israeliana”. Lo ha detto il ministro egiziano degli Esteri, Sameh Shoukry, citato da Al Qahera, aggiungendo che “l’attuale proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri e detenuti dovrebbero essere accettati”. 

09:30 Tajani: “Disponibili a partecipare a missione Onu”

In Medioriente “lavoriamo per la pace e siamo disposti a partecipare a un’eventuale missione delle Nazioni Unite per formare un nuovo stato palestinese”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo a Rtl 102.5, parlando di una possibile “missione delle Nazioni Unite a guida araba che possa dare vita a uno stato” palestinese “che riconosca Israele e a sua volta” venga riconosciuto da Tel Aviv. “Siamo pronti a riconoscere uno stato palestinese – ha spiegato Tajani – perché crediamo nell’obiettivo due popoli due stati ma questo potrà avvenire solo quando lo stato palestinese riconoscerà Israele e verrà a sua volta riconosciuto da Israele. Certamente non uno stato guidato da Hamas che è un’organizzazione terroristica”. L’Italia, ha proseguito, “sostiene il ruolo dell’Autorità nazionale palestinese”.

09:00 Idf, identificati resti di un giovane ritenuto ostaggio

Dolev Yehud, 35enne che si riteneva fosse tenuto in ostaggio da Hamas, è morto. Lo hanno annunciato le forze israeliane di difesa (Idf) affermando che i resti del giovane, trovati nel kibbutz Nir Oz dopo l’attacco del 7 ottobre, sono stati identificati. Lo riporta The Times of Israel. Nonostante non ci fossero indicazioni sulla presenza di Yehud nella Striscia di Gaza, il giovane era stato inserito da Israele nella lista dei presunti ostaggi di Hamas. Proprio i dubbi sull’effettiva prigionia di Yehud hanno portato le autorità a decidere di procedere con l’identificazione dei resti trovati nel kibbutz

08:45 Idf, intercettato razzo houthi diretto a Eilat

Le forze israeliane di difesa (Idf) affermano di aver intercettato e abbattuto, grazie al sistema Arrow, un razzo diretto verso la città meridionale israeliana di Eilat presumibilmente lanciato dai ribelli yemeniti houthi. Lo riporta The Times of israel. Durante l’attacco le sirene d’allarme hanno suonato nella città. Dall’inizio della guerra in Medioriente, ricorda Times of Israel, diversi razzi e droni sono stati lanciati dagli Houthi contro Eilat.

06:30 Media, 22 morti in differenti raid Israele a Gaza

E’ di 22 morti il bilancio dei nuovi raid isrealiana nella notte a Gaza. Secondo quanto riferisce Al Jazeera citando l’agenzia di stampa palestinese Wafa, almeno 12 persone sono state uccise, tra cui donne e bambini, negli attacchi notturni contro case situate nelle città di Khan Younis e Rafah, nel sud di Gaza. Tre bambini sono tra le 10 persone uccise quando due case sono state distrutte negli attacchi israeliani contro un quartiere a est di Khan Younis. In un altro attacco sempre a Khan Younis ha provocato la morte di due persone e molti feriti.Nella città di Rafah, anche un attacco nel quartiere saudita e nella zona di Oreiba, a nord della città, ha provocato vittime, ma non è ancora noto il numero dei morti e dei feriti. All’inizio della notte, due attacchi israeliani contro case nei campi profughi di Bureij e Nuseirat nel centro di Gaza hanno ucciso 10 persone.

06:15 Blinken chiama ministro Difesa israeliano Gallant

Il Segretario di Stato americano Antony J. Blinken ha avuto un colloquio telefonico oggi con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant invitandolo ad accettare la proposta di raggiungere un cessate il fuoco pieno e completo a Gaza come parte di un accordo sugli ostaggi, garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e aumentare l’assistenza umanitaria in tutta Gaza. Il Segretario ha elogiato la disponibilità di Israele a concludere un accordo e ha affermato che spetta ad Hamas accettarlo. Ha sottolineato che la proposta favorirebbe gli interessi di sicurezza a lungo termine di Israele, anche consentendo la possibilità di un’ulteriore integrazione nella regione. Blinkrn ha riaffermato l’impegno ferreo degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele.

06:00 Ong, raid Israele in Siria uccide 12 miliziani ad Aleppo

All’alba di lunedì Israele ha portato un attacco aereo contro miliziani siriani nei dintorni della città di Aleppo, in Siria. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong con sede nel Regno Unito, sarebbero almeno 12 i morti tra i combattenti locali. L’agenzia di stampa statale Sana non ha confermato alcun bilancio specifico. Gli attacchi sarebbero avvenuti attorno al confine sud-orientale di Aleppo. “L’aggressione ha provocato numerosi martiri e alcune perdite materiali”, ha affermato Sana. Israele non ha riconosciuto immediatamente gli attacchi e lo fa raramente quando si tratta della Siria.Siria e Israele sono in guerra sin dalla fondazione di Israele nel 1948. 

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