Il ministro della Difesa dello Stato ebraico: "Il parallelo con Hamas è spregevole e ripugnante"

Clima sempre più teso in Medioriente con la Corte dell’Aia che ha chiesto un mandato di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e tre leader di Hamas tra cui il presidente Yahya Sinwar. L’accusa di è di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità. Entrambe le parti hanno respinto le accuse della Corte penale internazionale (Cpi).
Nel frattempo proseguono gli attacchi delle forze di Tel Aviv sulla Striscia di Gaza, in particolare a Jabaliya e Rafah e in Cisgiordania, a Jenin, dove sono morte sette persone. Per il momento i negoziati tra il gruppo estremista palestinese e Israele sembrano essere fermi a una situazione di stallo. 

Finite scorte Onu, sospesa distribuzione cibo a Rafah

Le Nazioni Unite hanno sospeso la distribuzione di cibo nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, a causa della mancanza di rifornimenti e della situazione instabile. Abeer Etefa, portavoce del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam), ha detto che anche la distribuzione di cibo a Rafah è stata sospesa dopo che le scorte si sono esaurite. Inoltre, negli ultimi due giorni, nessun camion di aiuti è entrato dal molo allestito dagli Stati Uniti per le consegne via mare. Le Nazioni Unite non hanno specificato quante persone siano rimaste a Rafah dopo che l’esercito israeliano ha lanciato un assalto il 6 maggio, ma sembra che siano diverse centinaia di migliaia.

Israele esorta a boicottare eventuali mandati d’arresto da Cpi

Israele ha esortato quelle che definisce “nazioni del mondo civilizzato” a rifiutarsi di attuare qualsiasi mandato di arresto che potrebbe essere emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa del suo governo, Yoav Gallant. “Chiediamo alle nazioni del mondo civilizzato e libero, nazioni che disprezzano i terroristi e chiunque li sostenga, di stare al fianco di Israele. Dovreste condannare apertamente questo passo”, ha detto Tal Heinrich, portavoce del governo di Tel Aviv. “Assicuratevi che la Corte penale internazionale capisca la vostra posizione. Opponetevi alla decisione del pubblico ministero e dichiarate che, anche qualora venissero emessi mandati, non intendete eseguirli”, ha aggiunto, “perché non si tratta dei nostri leader. Ne va della nostra sopravvivenza”. Lo riporta il Guardian.

Blinken: “Aperto a provvedimento legge contro Cpi”

Il segretario di Stato Antony Blinken si è detto aperto alla possibilità di lavorare con gli esponenti repubblicani della commissione Esteri del Senato a un provvedimento legislativo contro la Corte penale internazionale, dopo la richiesta di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Visti gli eventi di ieri, credo che dovremo guardare ai passi appropriati da fare per affrontare una decisione che va nella direzione sbagliata”, ha detto Blinken ad un’audizione della commissione. Ieri, lo speaker della Camera Mike Johnson e altri leader repubblicani avevano avanzato l’ipotesi di varare delle sanzioni contro la Cpi.

Berlino: “Accuse Cpi a Israele vanno comprovate, no a paragone con Hamas”

Il governo tedesco “respinge fermamente” ogni possibile paragone tra Israele e Hamas in merito alla richiesta di mandati di arresto da parte del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) e sottolinea che le accuse nei confronti di Israele “sono gravi e devono essere comprovate”.

Lo ha detto a LaPresse una portavoce del governo tedesco, che “ha preso atto” del fatto che il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) ha annunciato che richiederà mandati di arresto contro i leader di Hamas per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. “Alla luce delle atrocità commesse il 7 ottobre, della presa in ostaggio di molte persone e dei continui attacchi di Hamas a Israele, è logico che ciò avvenga”, ha affermato la portavoce, aggiungendo che, “allo stesso tempo, il procuratore capo ha annunciato che intende ottenere mandati di arresto anche per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Joav Galant. Il governo tedesco rifiuta fermamente qualsiasi paragone”. “Nelle prossime settimane una commissione di giudici dovrà decidere se emettere i mandati di arresto. Dovremo aspettare e vedere”, ha detto ancora la portavoce, “il governo tedesco ha sempre sottolineato che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi omicidi di Hamas in conformità con il diritto internazionale. In questo contesto, le accuse del procuratore capo sono gravi e devono essere comprovate. La Germania presume che si terrà conto del fatto che Israele è uno Stato democratico governato dallo Stato di diritto con una magistratura forte e indipendente”.

Netanyahu: “Procuratore Cpi getta benzina su fuoco antisemitismo”

Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan “vuole demonizzare Israele” creando una “falsa simmetria tra i leader democraticamente eletti di Israele e i capi del terrorismo”, inoltre “sta gettando benzina sul fuoco dell’antisemitismo che si sta diffondendo in tutto il mondo attaccando lo Stato ebraico e facendo una grave ingiustizia alla stessa Corte internazionale”. Lo ha affermato il primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu, in un’intervista alla Abc. Alla domanda se fosse preoccupato di viaggiare all’estero dopo la richiesta di arresto Netanyahu ha risposto di no. “Non sono affatto preoccupato – ha affermato – penso che il pubblico ministero dovrebbe preoccuparsi del suo status perché sta davvero trasformando la Corte penale internazionale in un’istituzione paria. La gente semplicemente non lo prenderà sul serio”. E ha concluso: “Spero che i giudici non confermino la sua richiesta perché trasformerebbero la Cpi in un tribunale farsa”.

Gallant: “Non riconosciamo autorità Cpi”

Lo Stato di Israele non è parte” della Cpi “e non ne riconosce l’autorità“, ha detto Gallant, secondo quanto riportano i media israeliani, dopo la notizia della richiesta del mandato di arresto da parte della Corte dell’Aia. “Il parallelo tra l’organizzazione terroristica Hamas e lo Stato di Israele è spregevole e ripugnante“, ha aggiunto. 

Qatar: “Colloqui per ostaggi restano vicini allo stallo”

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, afferma che il cessate il fuoco a Gaza e i colloqui sulla liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas rimangono “vicini a una situazione di stallo”. Lo riporta il Times of Israel. Quanto alla decisione del procuratore della Corte penale internazionale di chiedere mandati di arresto contro alcuni leader israeliani e di Hamas, Doha ha affermato che è troppo presto perché il Qatar possa commentare direttamente la questione, ma che tutti gli Stati e le organizzazioni dovrebbero essere “ritenuti responsabili dell’uccisione di civili”. 

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