Dal 6 al 9 giugno sono chiamati alle urne 370 milioni di elettori per rinnovare il Parlamento europeo

Dal 6 al 9 giugno, 370 milioni di elettori europei – 26 per la prima volta – sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento europeo. L’Italia leggerà 76 eurodeputati, contro i 96 della Germania e gli 81 della Francia, su un totale di 720 europarlamentari che andranno a Strasburgo.

Commissione Europea, i candidati di punta

Al fine di rafforzare la legittimità democratica del processo decisionale dell’Ue, il Parlamento ha invitato, prima delle elezioni europee del 2014, i partiti politici europei a nominare candidati alla presidenza della Commissione europea. L’obiettivo era quello di consentire ai cittadini di influenzare direttamente, attraverso il loro voto alle elezioni europee, la scelta del capo dell’esecutivo europeo. Questa procedura è diventata nota come processo Spitzenkandidaten (‘candidati principali’ in tedesco). Il sistema non è regolamentato, è stato introdotto per coinvolgere di più i cittadini e usato solo nel 2014 quando si scelse Jean-Claude Junker come presidente della Commissione. A seguito delle elezioni europee del maggio 2019, il Consiglio europeo ha proposto Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea al Parlamento europeo, non era una Spitzenkandidat.

Il Partito popolare europeo (Ppe) ha eletto la tedesca Ursula von der Leyen come candidata principale per le elezioni europee il 7 marzo 2024 al congresso del partito di Bucarest. Il gruppo Socialisti e Democratici (S&D) ha scelto il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit (Lussemburgo), nominato dal congresso dei membri a Roma il 2 marzo 2024. Il gruppo Renew Europe ha invece scelto tre candidati di punta: Marie-Agnes Strack-Zimmermann (Germania), Sandro Gozi (Italia) e Valérie Hayer (Francia), in rappresentanza delle tre forze che compongono il gruppo, ovvero l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), il Partito democratico europeo (Pde) e Renaissance. Il partito europei dei Verdi ne ha scelti due: Terry Reintke (Germania) e Bas Eickhout (Paesi Bassi). Il 23 ottobre 2023 l’Alleanza libera europea (Ale) ha proposto Raül Romeva (Spagna) e Maylis Rossberg (Germania) come candidati principali. Il gruppo della Sinistra europea ha puntato su Walter Baier (Austria). Infine, i gruppi Identità e Democrazia (Id) e Conservatori e Riformisti europei (ECR) non hanno ufficialmente nominato alcun candidato principale.

I candidati ‘civetta’

Quella di correre per le elezioni europee sapendo fin dall’inizio che non si accetterebbe il posto da europarlamentare, come avviene tra leader ed esponenti di governo, premier compresi, “è una pratica tipicamente italiana, che fa parte della tradizione politica italiana, così come candidarsi in più collegi elettorali contemporaneamente”, ha riferito una fonte qualificata del Parlamento europeo. Oltre all’Italia, al momento solo in Croazia il primo ministro Andrej Plenkovic è candidato capolista per le Europee con il suo partito Unione democratica croata (Hdz), afferente al Ppe. In tutti gli altri paesi attualmente non si registra un fenomeno simile. In Italia finora si sono candidati la premier e leader di FdI Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, la segretaria del Pd, Elly Schlein, e quello di Azione, Carlo Calenda.Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha promesso che lascerà il Senato e andrà a Strasburgo se eletto. Analogo impegno ad accettare il seggio anche da Emma Bonino per Più Europa, nella stessa lista, Stati Uniti d’Europa. 

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