Con le elezioni di giugno il Parlamento europeo eleggerà 720 eurodeputati

Con le elezioni di giugno il Parlamento europeo eleggerà 720 eurodeputati. La scorsa tornata elettorale ne aveva eletti 751, il massimo consentito dai Trattati Ue. Nel 2020, con l’uscita del Regno Unito dall’Ue, dei 73 seggi che si sono liberati 27 sono stati redistribuiti ad altri Paesi, mentre i restanti 46 sono stati riservati a eventuali futuri allargamenti. Si è passati dunque da 751 seggi a 705. Nel 2019 all’Italia spettavano 73 eurodeputati, saliti a 76 dopo la Brexit. Quest’anno il numero totale degli eurodeputati eletto in Europa è 720; per l’Italia, non essendoci aumenti demografici, è rimasto invariato a 76. Il numero dei componenti dei gruppi è cambiato nei 5 anni con fuoriuscite e ingressi di singoli eurodeputati.

Come sempre gran parte dell’esito dipenderà dagli indecisi e dalla percentuale dei votanti. Secondo i sondaggi di Nando Pagnoncelli, c’è un 49,5% degli aventi diritto che non si recherà al voto o che è indeciso. Gli indecisi che andranno a votare invece sono il 6,2%, pari a 3,04 milioni di elettori.

LE PROIEZIONI DEI SEGGI

Stando alla media degli ultimi sondaggi, gli unici a guadagnare seggi nella prossima legislatura del Parlamento europeo sono Fratelli d’Italia e il Movimento Cinque Stelle, oltre alle due nuove formazioni Stati Uniti d’Europa e Alleanza Verdi/Sinistra, che dovrebbero superare la soglia di sbarramento del 4%. Secondo l’aggregatore di sondaggi Europe Elects pubblicati da Euractiv, Fratelli d’Italia è data al 28% con 23 seggi (ne aveva ottenuti 5 nel 2019, uno lo aveva conquistato dopo la Brexit e ora ne conta 10), il Pd al 20% (17 seggi contro i 19 presi nel 2019, ora scesi a 14), il M5S viene dato al 16% (tornerebbe ai 14 seggi presi cinque anni fa, ma che nel corso della legislatura si erano ridotti a 5 per le fuoriuscite), Forza Italia prenderebbe l’8% (7 seggi contro i 6 del 2019, più uno acquisito dopo la Brexit, 10 i seggi attuali), a cui va aggiunto il seggio per le minoranze assegnato a Südtiroler Volkspartei (sempre del gruppo Ppe).

La Lega rimarrebbe invece di poco sopra Forza Italia, ma scendendo al 9% prenderebbe lo stesso numero di seggi dei forzisti: 7. Un brusco calo rispetto al 34% del 2019, risultato che le aveva conferito 28 seggi, a cui ne va aggiunto uno acquisito dopo la Brexit, fino ai 23 di ora.Stati Uniti d’Europa prenderebbe il 5% pari a 4 seggi, di cui 3 a Italia Viva e uno a Più Europa. Infine, Alleanza Verdi e Sinistra supererebbe la soglia di sbarramento e porterebbe a casa 2 seggi per i Verdi e uno per Sinistra italiana. Oggi nella famiglia liberale di Renew si contano 4 eurodeputati, uno di Italia Viva, 2 di Azione e uno indipendente, tutti subentrati da altre liste nel corso della legislatura. Avs ha invece tre eurodeputati, anche loro eletti in altre liste cinque anni fa.

I GRUPPI EUROPEI: TESTA A TESTA PER IL TERZO POSTO

Negli altri paesi Ue non vige il divieto dei sondaggi 15 giorni prima del voto e così i dati continuano a restituire uno scenario in evoluzione. Per le ultime proiezioni dei seggi pubblicate il 28 maggio da Euractiv su stime dell’aggregatore di sondaggi Europe Elects, i popolari del Ppe dovrebbero raggiungere 180 seggi, i socialisti 138, i liberali di Renew Europe, con 86 seggi, vedrebbero un calo di una ventina di europarlamentari ma manterrebbero il terzo posto. A seguire 75 seggi sono stimati per Ecr, il gruppo dei conservatori dove siede Fratelli d’Italia, e 68 seggi per Identità e democrazia, da cui sono fuoriusciti i tedeschi di AfD. Ai Verdi andrebbero 56 seggi, 39 a La Sinistra e 78 sarebbero i non-iscritti. Una platea, quest’ultima, destinata a fare la differenza nella formazione dei gruppi. La media dei sondaggi al 3 giugno pubblicata da Politico, invece, dà 171 seggi al Ppe, 142 a S&D, 76 a Renew, 75 a Ecr, 69 a Id, 41 ai Verdi e 32 a La Sinistra. I non iscritti 59 e 55 i nuovi non affiliati, ovvero le nuove formazioni che entrerebbero al Parlamento europeo e che a oggi non appartengono a nessuna famiglia politica.

POSSIBILI MAGGIORANZE

Tutti i sondaggi finora concordano sul fatto che non esista una maggioranza di centrodestra, ovvero Ppe, Ecr e Id. Secondo i sondaggi di Euractiv, le tre forze arriverebbero a 323 seggi, contro i 361 necessari. Senza contare che il Ppe non è disposto ad allearsi con alcuni partiti della destra di Id, considerati non pro-Ue, non pro-Ucraina e non pro-Stato di diritto, stesso discorso vale per certi partiti dentro il gruppo di Ecr. Non essendoci maggioranza nemmeno tra le forze del centrosinistra, è molto probabile che si riformi una ‘maggioranza Ursula’, quella che ha eletto von der Leyen alla Commissione europea, tra Ppe, S&D e Renew Europe. Come è stato finora, tale grande coalizione avrebbe un ampio margine, arrivando a 404 seggi, una quota abbastanza sicura anche considerando le defezioni e i franchi tiratori tipici del voto segreto. L’alternativa sarebbe un via libera da parte del Ppe e Renew all’ingresso di parti di Ecr, come Fratelli d’Italia, o la formazione di nuovi gruppi a destra, liberati dagli elementi estremisti, o l’ampliamento del Ppe con l’ingresso di nuove forze. Va rilevato che anche i Verdi hanno manifestato la volontà di far parte della maggioranza nella prossima legislatura. Il presidente del Ppe, Manfred Weber, ha affermato che partirà dalla maggioranza uscente con socialisti e liberali, confidando che basti a far eleggere di nuovo von der Leyen. Non esclude però una collaborazione con la pattuglia di Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni

LE TAPPE DOPO IL VOTO

Una volta annunciati i risultati elettorali, a partire dal 10 giugno ci sarà la formazione dei gruppi parlamentari e dei capigruppo. I deputati dovranno decidere a quale gruppo appartenere e se ne potrebbero formare di nuovi (è necessario un numero minimo di 23 componenti che rappresentino almeno sette Stati membri). Poi si aprirà la partita delle nomine ai vertici Ue, i ‘top job’, come vengono chiamati a Bruxelles. A livello di Consiglio europeo, il primo confronto tra i leader Ue sarà la cena informale fissata per il 17 giugno a Bruxelles. I leader di Italia, Francia e Germania si vedranno anche al G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno. Il 27 e 28 giugno si svolgerà il Consiglio europeo ordinario, dove i leader potrebbero già indicare il nome del presidente della Commissione europea a maggioranza qualificata.

La nuova legislatura inizierà ufficialmente il 16 luglio, quando si riunirà (fino al 19) la prima plenaria del nuovo Parlamento europeo per eleggere il nuovo o la nuova presidente dell’Eurocamera e i 14 vicepresidenti. Tra il 22 e il 25 luglio verranno infine costituite le commissioni parlamentari. Al momento il Parlamento europeo ha previsto la sessione per l’elezione del presidente della Commissione per il 16-19 settembre, ma non è escluso che, se i leader trovassero un accordo tra giugno e luglio, la nuova Conferenza dei presidenti dei gruppi possa aggiungere una convocazione straordinaria della plenaria prima della pausa estiva. In precedenza, quando a maggio si sono svolte le elezioni europee come nel 2019, sono state organizzate due sessioni plenarie a luglio, la prima dedicata alla costituzione del nuovo Parlamento e all’elezione del suo presidente, vicepresidenti e questori, e la seconda all’elezione del presidente della Commissione. 

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