Guterres: "Medioriente è sull'orlo di un conflitto regionale"

La guerra tra IsraeleHamas giunge al giorno 195 e rischia di allargarsi nel resto della regione. La possibilità c’è secondo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha affermato: “Il Medioriente è sull’orlo del precipizio”. Il clima si è fatto sempre più teso da quando l’Iran ha attaccato lo Stato ebraico, offensiva che secondo l’organizzazione estremista palestinese è stata “una reazione legittima al raid israeliano sul consolato di Teheran” a Damasco. Oggi, inoltre, all’Onu il Consiglio di sicurezza voterà una risoluzione per la piena adesione di uno Stato palestinese.

Usa voteranno no a piena adesione Palestina a Onu

Gli Stati Uniti voteranno no alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per la piena adesione di uno Stato palestinese alle Nazioni Unite. Lo ha detto il vice portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, alla Cnn. Gli Stati Uniti “sono stati molto chiari, in modo coerente, sul fatto che azioni premature a New York, anche con le migliori intenzioni, non garantiranno lo status di Stato per il popolo palestinese”, ha spiegato, aggiungendo che “non c’è unanimità sul fatto che il richiedente soddisfacesse i criteri per l’adesione come Stato”. Gli Stati Uniti, ha aggiunto Patel, ritengono che “il percorso più rapido verso la statualità del popolo palestinese sia attraverso negoziati diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese con il sostegno degli Stati Uniti e di altri partner che condividono questo obiettivo”. 

Turchia: “Se Palestina sarà riconosciuta Hamas deporrà le armi”

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan dopo aver incontrato i vertici politici di Hamas a Doha ha detto che qualora fra Israele e Palestina venisse raggiunta la soluzione a due Stati entro i confini stabiliti nel 1967 Hamas abolirebbe il suo braccio armato. Lo riportano i media turchi. “Penso che questo sia un messaggio estremamente importante e per questo passo l’opinione pubblica mondiale si avvicinerà allo Stato palestinese”, ha affermato.

Palestina: “Piena ammissione a Onu sarebbe pilastro per la pace”

La piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite sarebbe “un pilastro importante per raggiungere la pace perché il conflitto israelo-palestinese ora va oltre il confine tra Palestina e Israele e ha un impatto su altre aree del Medioriente e del mondo”. Lo ha detto Ziad Abi Amr, il rappresentante palestinese presso le Nazioni Unite. Lo riporta Al Jazeera. “Crediamo quindi che sia giunto il momento che il Consiglio di Sicurezza si assuma la sua responsabilità storica e dia giustizia al popolo palestinese per adottare una risoluzione per accettare la Palestina come membro a pieno titolo”, ha aggiunto. “Coloro che cercano di ostacolare l’adozione di tale risoluzione non aiutano la prospettiva della pace”.

Oggi voto Consiglio sicurezza su piena adesione Palestina a Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite voterà oggi su una risoluzione per la piena adesione di uno Stato palestinese all’Onu. Malta, che questo mese detiene la presidenza del Consiglio Onu, ha annunciato nella mattinata locale di oggi che il voto si terrà alle 17 ora della costa est degli Stati Uniti, le 23 in Italia. Il voto era inizialmente previsto per domani. È atteso che gli Stati Uniti pongano il veto contro questa mossa, alla quale si oppone l’alleato Israele. I palestinesi al momento hanno all’Onu lo status di Stato osservatore non membro. 

Il 23 settembre del 2011 il presidente palestinese Mahmoud Abbas aveva presentato all’allora segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon la richiesta dell’Autorità palestinese di diventare il 194° membro delle Nazioni Unite. La candidatura fallì perché i palestinesi non ottennero il sostegno minimo richiesto di 9 dei 15 membri del Consiglio di sicurezza. Gli Stati Uniti avevano promesso di porre il veto su qualsiasi risoluzione del Consiglio che intendesse approvare l’adesione della Palestina. Gli Stati Uniti sostengono che la questione debba essere negoziata fra Israele e i palestinesi. I negoziati israelo-palestinesi sono in stallo da anni e l’attuale governo di destra israeliano è dominato da esponenti della linea dura che si oppongono alla creazione di uno Stato palestinese.

Guterres: “Medioriente è sull’orlo di un conflitto regionale”

“Il Medioriente è sull’orlo di un precipizio. Un conflitto regionale che può essere devastante per l’area e per il mondo intero”. Lo ha detto il Segretario generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres, prendendo la parola a Palazzo di Vetro a New York. Guterres ha poi condanato l’escalation lanciata dall’attacco iraniano su Israele e, allo stesso tempo, il raid israeliano sul consolato iraniano a Damasco.

Da Usa e GB nuove sanzioni a Iran

Stati Uniti e Regno Unito hanno imposto una nuova serie di sanzioni all’Iran, mentre cresce la preoccupazione che l’attacco senza precedenti di sabato da parte di Teheran contro Israele possa alimentare una guerra più ampia in Medioriente. L’Office of Foreign Assets Control del Tesoro Usa ha preso di mira 16 persone e due entità in Iran che producono i motori che alimentano i droni usati nell’attacco del 13 aprile contro Israele. Inoltre il Regno Unito sta prendendo di mira diverse organizzazioni militari iraniane, individui ed entità coinvolti nell’industria iraniana dei droni e dei missili balistici.

Continueremo a utilizzare la nostra autorità sanzionatoria per contrastare l’Iran con ulteriori azioni nei giorni e nelle settimane a venire”, ha dichiarato la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen. L’azione arriva dopo che all’inizio della settimana i funzionari Usa avevano avvertito che stavano preparando nuove sanzioni in risposta all’attività dell’Iran nella regione e per prevenire futuri attacchi. Inoltre i parlamentari di Capitol Hill hanno rapidamente portato avanti una legge che punirebbe finanziariamente la Repubblica Islamica e i suoi leader. 

L’attacco iraniano sullo Stato ebraico è avvenuto in risposta a quello che secondo Teheran è stato un attacco israeliano al consolato iraniano in Siria il 1° aprile. Israele ha dichiarato lunedì che il suo Paese risponderà all’attacco iraniano, mentre i leader mondiali mettono in guardia dalle ritorsioni, cercando di evitare una spirale di violenza. I leader dell’Unione europea hanno inoltre promesso mercoledì di aumentare le sanzioni contro l’Iran, prendendo di mira le sue forniture di droni e missili ai suoi proxy a Gaza, nello Yemen e in Libano. Il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che il regime di sanzioni esistente nell’Ue sarà rafforzato e ampliato per punire Teheran e aiutare a prevenire futuri attacchi a Israele. Allo stesso tempo, ha detto, Israele deve esercitare una certa moderazione.

Gallant: “Israele ha la libertà di fare ciò che vuole”

“Lo Stato di Israele dovrebbe sapere che ha libertà di azione per fare ciò che vuole. Quando reagiamo abbiamo la certezza che ciò che viene deciso è ciò che viene eseguito”. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, incontrando i piloti di aerei da caccia che hanno partecipato all’operazione per contrastare l’attacco missilistico e di droni dell’Iran. Lo riporta il Times of Israel. “Le nostre missioni non diminuiranno, aumenteranno solo. Questa realtà di essere attaccati da aree diverse è complessa e ci sfiderà e ci accompagnerà”, ha aggiunto. 

Iran: “Se Israele attaccherà centrali nucleari faremo lo stesso”

“Se il regime sionista vuole usare la minaccia di attaccare i centri nucleari del nostro Paese come strumento per fare pressione sull’Iran il colpo che riceveranno sarà ricordato nella storia. I centri nucleari del nemico sionista sono identificati e le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi sono a nostra disposizione per rispondere a una possibile azione”. Lo ha affermato Il comandante del corpo di protezione e sicurezza dei centri nucleari iraniani, generale di brigata Ahmed Haq Talab. Lo riporta l’agenzia Tasnim. I pasdaran inoltre hanno precisato che “strumenti e attrezzature avanzati di protezione e sicurezza proteggono i centri nucleari del nostro Paese che sono completamente sicuri”. 

Sarebbe quindi “concepibile” per l’Iran “rivedere la dottrina e la politica nucleare e deviare dalle considerazioni annunciate nel passato” dato che Israele, già negli anni scorsi “si è impegnato in attività di sabotaggio e terrorismo nel campo dell’industria nucleare del paese sebbene secondo i protocolli e gli standard internazionali e le norme e i regolamenti dell’Agenzia nucleare internazionale, a tutti i Paesi è stato impedito di attaccare gli impianti nucleari”. “Siamo pronti ad affrontare qualsiasi minaccia da parte del regime sionista nel vasto territorio dell’Iran”, hanno concluso i pasdaran.

Lufthansa proroga stop a voli per Teheran e Beirut 

I voli Lufthansa per Teheran e Beirut rimarranno cancellati fino a martedì 30 aprile 2024 compreso. Lo comunica la compagnia aerea tedesca. Inoltre Lufthansa non utilizzerà lo spazio aereo iraniano fino a martedì 30 aprile 2024 compreso. Il Gruppo Lufthansa “monitora e valuta costantemente la situazione della sicurezza in Medioriente ed è in stretto contatto con le autorità. La sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio è sempre la nostra massima priorità2, si legge in una nota. 

Borrell: “Messaggio è evitare escalation o prossimo gradino è la guerra”

“Cosa faranno i leader del G7 per chiedere a Israele una de-escalation? C’è la diplomazia ad alta voce e poi c’è la vera diplomazia, questo è ovvio. È importante trasmettere il messaggio chiaro, magari non ad alta voce ma chiaro, che dobbiamo evitare un’escalation. Se c’è un altro gradino sulla scala, alla fine c’è la guerra. E nessuno vuole la guerra”. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, parlando con i giornalisti a margine della riunione dei ministri degli esteri del G7 a Capri. 

Borrell: “Insistere perché Israele non attacchi Rafah”

Un attacco a Rafah da parte di Israele “sarebbe una vera catastrofe umanitaria“. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, a Capri per la riunione dei ministri degli esteri del G7. “Ci sono 1 milione e 700mila persone in strada senza possibilità di difendersi o di fuggire, quindi non attaccate Rafah”, ha aggiunto Borrell ribadendo che “dobbiamo continuare a fare pressione”. 

Cina e Indonesia sosterranno adesione Palestina all’Onu 

 Indonesia e Cina “sosterrebbero pienamente l’adesione della Palestina alle Nazioni Unite“. Lo ha affermato il ministro indonesiano degli Esteri, Retno Marsudi, durante una conferenza stampa congiunta a Giacarta con l’omologo cinese, Wang Yi. “Il conflitto a Gaza dura da sei mesi e ha causato una rara tragedia umanitaria per il XXI secolo. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha risposto all’appello della comunità internazionale e ha continuato a rivedere la bozza di risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza, ma gli Stati Uniti hanno ripetutamente apposto il loro veto”, ha dichiarato, da parte sua Wang. 

Borrell: “Moderazione o onde d’urto arriveranno in Europa”

 A Israele “dobbiamo chiedere moderazione e di non procedere a un’escalation“. Così Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, in un punto stampa prima dell’inizio dei lavori del G7 degli Esteri a Capri. “Non possiamo rispondere sempre a un gradino più alto. Siamo sull’orlo di una guerra regionale le cui onde d’urto potrebbero arriveranno nel resto del mondo, in particolare in Europa”, ha aggiunto Borrell. 

Borrell: “Modello sanzioni all’Iran c’è, ora allargarlo”

“Il sistema delle sanzioni contro le componenti per produrre droni e missili esiste già. Dobbiamo allargarlo e renderlo più efficiente“. Lo ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, a Capri prima dell’inizio dei lavori nella seconda giornata del G7 degli Esteri, a proposito delle possibili sanzioni contro l’Iran.

Nyt: “Israele ha sottovalutato risposta Iran a raid Damasco” 

Israele ha commesso un grave errore di calcolo nel valutare l’entità della risposta iraniana dopo il raid su Damasco del 1° aprile nel quale sono rimasti uccisi diversi comandanti dei pasdaran. Lo riporta il New York Times (Nyt). “Gli israeliani hanno commesso un errore di calcolo, pensando che l’Iran non avrebbe reagito con forza”, scrive il quotidiano citando diversi funzionari americani di alto livello le cui opinioni coincidono con quelle di un alto dirigente israeliano. Funzionari americani hanno riferito di essersi arrabbiati per essere stati informati, dell’attacco su Damasco, solo pochi minuti prima. Un raid che, secondo due dirigenti israeliani, era stato pianificato già da due mesi e poi approvato dal gabinetto di guerra il 22 marzo.

Il Nyt afferma di aver visionato i documenti della difesa interna che indicavano le possibili risposte di Teheran al raid su Damasco. Ma nessuna di queste prevedeva un attacco di vasta portata, come quello avvenuto lo scorso fine settimana con l’utilizzo di oltre 300 tra droni e missili balistici. In un primo momento l’inteligence israeliana si aspettava che l’Iran lanciasse al massimo 10 razzi terra-terra contro lo Stato ebraico. Successivamente questa stima è stata aumentata a 60-70 missili terra-terra. Anche questo si è rivelato un errore di valutazione.

Ucciso capo interrogatori di Hamas a Beit Hanoun

Yousef Sabat, capo degli interrogatori del servizio di sicurezza interna di Hamas a Beit Hanoun, nel nord di Gaza, è stato ucciso in un attacco aereo questa settimana. Lo annunciano le forze israeliane di difesa (Idf) e lo Shin Bet. Lo riporta The Times of Israel. Sabat, secondo l’Idf, aveva anche prestato servizio nella divisione d’intelligence del battaglione di Beit Hanoun. “Questa eliminazione danneggia in modo significativo il dipartimento investigativo dell’organizzazione”, affermano Idf e Shin Bet. 

Cina e Indonesia chiedono cessate il fuoco a Gaza

Il ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, e quello indonesiano, Retno Marsudi, dopo il loro incontro a Giacarta hanno rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza in applicazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo riporta Al Jazeera. Wang ha criticato la posizione americana, secondo cui la risoluzione Onu non sarebbe vincolante. “Agli occhi degli Stati Uniti, il diritto internazionale sembra essere uno strumento che può essere utilizzato ogni volta che lo ritiene utile e scartato se non si vuole utilizzarlo”, ha accusato Wang. Marsudi, da parte sua, ha affermato di sperare che la Cina “usi la sua influenza per prevenire l’escalation”. 

Improbabile attacco a Iran sino a fine Pasqua ebraica 

È improbabile che Israele effettui un attacco contro l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica, che inizierà il 22 aprile e terminerà il 30. Lo ha riferito un funzionario americano ad Abc news, pur riconoscendo che i tempi potrebbero cambiare. Secondo fonti israeliane, citate dalla stessa Abc news, Tel Aviv per due volte durante la settimana era pronta a rispondere all’Iran, salvo poi abbandonare i piani. 

Ok Usa su Rafah in cambio di risposta limitata a Iran

Gli Stati Uniti avrebbero accettato il piano di un’operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio di una risposta limitata all’Iran da parte di Tel Aviv. Lo afferma una fonte egiziana al quotidiano londinese Al-Araby Al-Jadeed del Qatar. Lo riporta Hareetz.

Vertice Ue: “Porre fine a crisi e cessate il fuoco immediato” 

“Il Consiglio europeo ricorda le sue conclusioni del marzo 2024 in tutti i loro elementi e ribadisce il suo impegno a collaborare con i partner per porre fine senza indugio alla crisi a Gaza e attuare la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, anche attraverso il raggiungimento di un cessate il fuoco immediato e la risoluzione incondizionata il rilascio di tutti gli ostaggi, nonché la fornitura di un accesso completo, rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari su larga scala per i palestinesi bisognosi. L’Unione europea resta fermamente impegnata a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati”. È quanto si legge nelle conclusioni sul Medioriente appena adottate dal Consiglio europeo. 

Vertice Ue: “Nuove sanzioni a Iran su droni e missili” 

“Il Consiglio europeo condanna fermamente e inequivocabilmente l’attacco iraniano a Israele e ribadisce la sua piena solidarietà al popolo di Israele e il suo impegno a favore della sicurezza di Israele e della stabilità regionale. Il Consiglio europeo invita l’Iran e i suoi delegati a cessare tutti gli attacchi ed esorta tutte le parti a dar prova della massima moderazione e ad astenersi da qualsiasi azione che possa aumentare le tensioni nella regione. L’Unione Europea adotterà ulteriori misure restrittive nei confronti dell’Iran, in particolare in relazione ai veicoli aerei senza pilota (UAV) e ai missili.L’Unione europea resta pienamente impegnata a contribuire alla riduzione della tensione e alla sicurezza nella regione”. E’ quanto si legge nelle conclusioni sul Medioriente appena adottate dal Consiglio europeo.

Attacco Israele a Rafah:  “7 morti tra cui 3 bambini”

Sette civili, tra cui una donna e tre bambini, sono stati uccisi in raid aerei israeliani contro un sito e una struttura residenziale nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui la struttura residenziale ospitava sfollati.

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