La donna dopo la decisione che rimanda il verdetto: "Questo caso intimidisce giornalisti"

(LaPresse) “Ora con questa decisione, credo che la domanda giusta sia: perché non fate cadere le accuse? Julian è stato in carcere per quasi 5 anni. Questo caso non serve ad altro se non a intimidire i giornalisti in tutto il mondo. Non solo qui, non solo negli Usa”. Lo ha detto la moglie di Julian Assange, Stella, dopo che l’Alta Corte di Londra si è pronunciata sul caso del cofondatore di WikiLeaks, stabilendo che al momento non può essere estradato negli Stati Uniti dove è stato incriminato per spionaggio per 17 capi d’accusa. Assange rischia una pena di 175 anni. Il caso è aggiornato al prossimo 20 maggio. “Provoca un effetto che fa venire i brividi. Crea non solo un precedente legale ma anche un precedente politico che mette a rischio i giornalisti in tutto il mondo perché stabilisce una nuova normalità”, ha aggiunto Stella Assange. I giudici britannici danno alle autorità americane tre settimane per presentare garanzie sulla sorte di Assange prima di decidere se concederanno al giornalista un nuovo ricorso contro la sua estradizione, in particolare che l’imputato non rischierà la pena di morte.

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