Così Azar Karimi, portavoce dell'associazione: "Giorno che per le donne iraniane è motivo di orgoglio e di riconoscimento delle loro identità"

 “L’8 marzo è una data storica nelle battaglie delle donne per l’emancipazione e il progresso in tutto il mondo, è per questo motivo che l’intero mondo femminile scende in piazza per solidarietà e vicinanza. Anche per le donne iraniane, in particolar modo per le giovani, questa storica data rappresenta un impegno e un motivo di ribellione contro il regime misogino degli Ayatollah. Un regime che non ha esitato a fucilate e uccidere anche le donne incinte”. Così a LaPresse Azar Karimi, portavoce dell’Associazione giovani iraniani in Italia.

Nella lunga lista dei caduti, oltre 120.000, ci sono migliaia di ragazze, anche minorenni, che nello spirito dell’8 marzo hanno sacrificato la vita per la libertà e la democrazia in Iran”, aggiunge Karimi, “di esempi la memoria è piena di dolore. La differenza tra le donne iraniane e quelle del resto del mondo è un simbolo di impegno e di partecipazione in ogni giorno e istante contro chi uccide e soffoca la voce libera del suo popolo: l’8 marzo è solo un giorno per rinnovare l’impegno e il giuramento della loro partecipazione in ogni azione e tipo di battaglia per la libertà e la democrazia in Iran. L’esempio tangibile è quello della gestione della battaglia e della resistenza in Iran a capo della quale c’è una donna coraggiosa con oltre 5 decenni di esperienza di lotta contro due dittatori: si chiama Maryam Rajavi, simbolo della resistenza e di tenacia femminile di fronte agli oppressori. Da questa esperienza femminile sono nati migliaia di nuclei della resistenza che portano avanti a fianco degli uomini una dura resistenza contro uno dei più feroci regimi mai esistiti. L’8 marzo per le donne iraniane è motivo di orgoglio e di riconoscimento delle loro identità nella difesa dei propri diritti contro ogni tipo di repressione e aggressione fisica e morale”.

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