L'economista e rettore di Science Po a Parigi, esule in Francia: "Lo ha ucciso per dare un messaggio"

Alexei Navalny ucciso prima delle elezioni russe. Ne è convinto Sergei Guriev, 52 anni, economista e rettore di Science Po a Parigi, intervistato dal Corriere della Sera.

Il professore, esule in Francia e originario di Vladikavkaz, ha spiegato che il negoziato per la liberazione di Navalny con lo scambio di prigionieri era “iniziato subito dopo l’inizio della guerra, perché lui era davvero in pericolo. Conosco questa vicenda, ma devo fare riferimento solo a ciò che è stato comunicato pubblicamente”.“Le elezioni sono il mese prossimo, Navalny comunicava dal carcere, cercando di indicare una strategia unitaria per l’opposizione. C’era l’idea di incoraggiare i russi a presentarsi a mezzogiorno ai seggi elettorali, per segnalare quanti elettori dell’opposizione potessero esserci. Ma è vero che Putin era riuscito a limitare Navalny”, ha affermato Guriev che conosceva l’oppositore politico, morto il 16 febbraio scorso, dal 2009. “La teoria è che Putin abbia lavorato allo scambio, i governi si siano accordati e poi abbia ucciso Navalny per dare un messaggio: ‘Guardate, avete accettato uno scambio. Ma ora Navalny è morto. Quindi ho altri americani, altri prigionieri politici. Che ne dite di fare uno scambio con loro?’ Lo scambio con Navalny è stato in realtà uno strumento per Putin per costringere gli occidentali ad accettare l’idea di liberare Krasilov. Ma farlo, adesso, in cambio di altri prigionieri”. 

“Per Putin liberare Krasilov è importante. È un killer che lavorava per lui fin dagli Anni ‘90: Putin deve mostrare che, se fai certe cose, poi lui ti protegge”, ha aggiunto. “La trattativa era arrivata al punto in cui i governi erano vicini a concordare lo scambio. Per Putin, è un classico modo di procedere ed è per questo che prende in ostaggio degli occidentali in Russia. Evan Gershkovich, del Wall Street Journal, è stato preso per quello”.

La portavoce di Navalny: “Nessuno ci concede spazi per il funerale”

“Da ieri stiamo cercando un posto dove organizzare un evento di addio per Alexei. Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei locali commerciali e delle sale funebri. Alcuni di loro dicono che il posto è al completo. Alcuni rifiutano quando menzioniamo il cognome ‘Navalny'”. In un posto ci è stato detto che alle agenzie funebri era vietato lavorare con noi”. Lo scrive su X la portavoce di Alexei Navalny, Kira Yarmysh. “Dopo una giornata di ricerche non abbiamo ancora trovato una sala per l’addio”.

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