La Procura generale: "Saranno accusati di terrorismo"

Hanno fatto irruzione armi in pugno e mascherati in uno studio televisivo dell’emitttente TC Television durante una trasmissione in diretta. Per questo, 13 persone sono state arrestate a Guayaquil, in Ecuador, all’indomani della proclamazione dello stato di emergenza da parte del presidente Daniel Noboa dopo che il Paese è precipitato in una spirale di violenza. Il provvedimento di Noboa è stato necessario dopo la fuga del narcotrafficante Adolfo Macías, soprannominato ‘Fito’, evaso domenica 7 gennaio dalla prigione di Guayaquil, e della rivolta in alcune carceri. La Procura generale ha spiegato che le 13 persone arrestate saranno accusate di terrorismo. L’ufficio ha twittato che presenterà le accuse nelle prossime ore e che i pubblici ministeri stanno lavorando sulla scena dell’attacco all’emittente TC Television per ottenere ulteriori prove. Le autorità hanno riferito che nessuno è rimasto ucciso nell’attacco. La legge ecuadoriana prevede una pena fino a 13 anni di carcere per chi viene condannato per terrorismo. Gli uomini mascherati sono stati visti agitare pistole ed esplosivi durante una trasmissione in diretta martedì 9 gennaio. Gli uomini, armati di pistole e di quelli che sembrano candelotti di dinamite, sono entrati sul set della rete TC Television nella città portuale di Guayaquil gridando che avevano delle bombe. In sottofondo si sentivano rumori simili a spari. Non è ancora chiaro se qualche membro del personale della stazione sia rimasto ferito. Alina Manrique, responsabile delle notizie per TC Television, ha detto che si trovava nella sala di controllo, di fronte allo studio, quando il gruppo di uomini mascherati è entrato nell’edificio. Uno degli uomini le ha puntato una pistola alla testa e le ha intimato di sdraiarsi sul pavimento. Alcuni degli aggressori sono scappati dallo studio e hanno cercato di nascondersi altrove nell’edificio quando si sono resi conto di essere circondati dalla polizia.

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