Approvata con 13 voti a favore: Stati Uniti e Russia si sono astenuti
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dopo diversi rinvii del voto, ha approvato una risoluzione su Gaza. Il testo, piuttosto annacquato rispetto alla versione originale che era stata presentata inizialmente dagli Emirati Arabi Uniti, chiede un’accelerazione nelle consegne degli aiuti ai civili nella Striscia, ma è scomparsa la richiesta di una “urgente sospensione delle ostilità” fra Israele e Hamas. Quello che viene chiesto, invece, è di “creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità”. La risoluzione è stata approvata con 13 voti a favore (sui 15 membri del Consiglio), mentre Stati Uniti e Russia, che sono entrambi membri permanenti e con diritto di veto, si sono astenuti. Il “vero problema” per la consegna degli aiuti a Gaza è l’offensiva di Israele, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres subito dopo l’adozione, aggiungendo che “un cessate il fuoco umanitario è l’unico modo per iniziare a soddisfare i disperati bisogni della popolazione di Gaza e porre fine al loro incubo”.
Prima del voto sulla risoluzione, la Russia aveva proposto un emendamento che avrebbe ripristinato la richiesta di sospensione delle ostilità ma l’emendamento non è passato: gli Usa hanno posto il loro veto votando contro questo emendamento, mentre altri 10 membri hanno votato a favore e quattro si sono astenuti. L’astensione degli Stati Uniti nel voto sulla risoluzione ha evitato un loro secondo veto su Gaza. “È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta”, ha dichiarato l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, prendendo la parola subito dopo l’adozione del testo. Gli Stati Uniti sono “profondamente delusi e sconcertati” dal fatto che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “non sia stato in grado di condannare l’orribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre”, ha aggiunto.
Mentre la Russia, per bocca del suo ambasciatore all’Onu Vassily Nebenzia, ha accusato gli Usa di “comportamento vergognoso, cinico e irresponsabile” e di aver fatto ricorso a tattiche “di grossolane pressioni, ricatti e torsioni di braccia” per evitare un loro veto.La risoluzione chiede “misure urgenti per consentire immediatamente un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e ampliato, nonché per creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità”. I passi da compiere non vengono definiti, ma i diplomatici sottolineano che si tratta della prima volta che il Consiglio Onu fa riferimento alla cessazione dei combattimenti. A proposito di un altro punto chiave, quello del controllo degli aiuti in entrata nella Striscia, la risoluzione chiede al segretario generale dell’Onu di nominare rapidamente “un coordinatore umanitario e per la ricostruzione con la responsabilità di facilitare, coordinare, monitorare e verificare” se le consegne di aiuti a Gaza che non provengono dalle parti in conflitto siano beni umanitari.
Il documento chiede al coordinatore di istituire rapidamente un “meccanismo” per accelerare le consegne di aiuti e chiede che le parti in conflitto, cioè Israele e Hamas, cooperino con il coordinatore.Dal World Food Programme (Wfp) delle Nazioni unite è giunto l’allarme che se la guerra a Gaza continuerà allo stesso livello e le consegne di cibo non verranno ripristinate, la popolazione potrebbe affrontare “una vera e propria carestia entro i prossimi sei mesi”. Un avvertimento dal quale si è detto “scioccato” l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. L’intensità del primo mese di bombardamenti israeliani a Gaza “non si vedeva dai tempi del Vietnam”, dice un ex analista dell’intelligence della Difesa Usa, Marc Garlasco, citato dalla Cnn. Intanto, mentre un colloquio telefonico è intercorso fra il presidente russo Vladimir Putin e quello palestinese Mahmoud Abbas, nelle ore precedenti la riunione del Consiglio Onu Israele ha intanto ampliato l’assalto a Gaza: l’esercito israeliano (Idf) ha chiesto ai residenti della città di Bureij, nel centro della Striscia, di evacuare verso rifugi a Deir al-Balah. “Israele continuerà la guerra fino al rilascio di tutti gli ostaggi e all’eliminazione di Hamas nella Striscia di Gaza”, ha ribadito il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, che in un post su X dopo il voto all’Onu ha dichiarato che “Israele continuerà ad agire secondo il diritto internazionale, ma rivedrà tutti gli aiuti umanitari a Gaza per ragioni di sicurezza”. A proposito degli ostaggi, la tv israeliana Kan, citando alcune fonti, ha riportato che Israele starebbe valutando nuove proposte da poter fare a Hamas per raggiungere un accordo per il rilascio, e in particolare valuterebbe la possibilità di offrire circa due settimane di tregua.
Ue: “Risoluzione getta basi per fine guerra”
“Accolgo con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede di fornire aiuti rapidi, sicuri e in quantità maggiore alla popolazione di Gaza e di gettare le basi per la cessazione delle ostilità”. Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dopo il voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con cui è stata approvata una risoluzione su Gaza, che chiede più aiuti per Gaza ma non una tregua, chiedendo precisamente di “creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità”. “La Commissione Ue sta collaborando con i partner della regione e non solo. Per affrontare l’emergenza umanitaria e preparare il giorno dopo, già oggi”, aggiunge von der Leyen.
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