Parlando con i giornalisti, il presidente ha detto che i negoziatori "stanno facendo buoni progressi" ma non abbastanza velocemente

Il fallimento, la mancanza di progressi o l’annacquamento della mia ambizione non sono un’opzione“. Lo ha detto il presidente della Cop28 in corso a Dubai, Sultan al-Jaber, che per oggi pomeriggio ha convocato una riunione ‘majlis’, un nuovo formato per i colloqui in cui ha portato i ministri di tutti i Paesi a sedersi insieme in cerchio, più come una conversazione, pregandoli di lasciarsi alle spalle le obiezioni e i punti di discussione. A differenza della maggior parte delle grandi sessioni di gruppo, questa non viene trasmessa ed è chiusa al pubblico e ai media. Parlando con i giornalisti, al-Jaber ha detto che i negoziatori “stanno facendo buoni progressi” ma non abbastanza velocemente. Poi li ha esortati a restringere le opzioni per trovare un accordo su come salvare la Terra da livelli disastrosi di riscaldamento e aiutare le società vulnerabili ad adattarsi agli estremi climatici, mentre si avvicina il termine dei colloqui sul clima in programma per il 12 dicembre. “Voglio che tutti siano pronti a essere flessibili e ad accettare il compromesso”, ha detto Al-Jaber, mentre nelle vicinanze si sentivano manifestanti che chiedevano la fine dei combustibili fossili. “Nient’altro può aiutarci a fare un lavoro migliore per proteggere la nostra gente e il nostro pianeta”, ha aggiunto. 

Oggi ci sono stati alcuni segnali di progresso da parte dei negoziatori: è stata rilasciata una nuova bozza di accordo sugli obiettivi di adattamento globale, che determinerà come i Paesi poveri si difenderanno dagli estremi climatici alimentati dal cambiamento climatico, come siccità, calore e tempeste. La nuova bozza “presenta lo scheletro di quello che potrebbe essere un quadro ragionevole” su come adattarsi ai cambiamenti climatici, ha detto Ana Mulio Alvarez del think tank E3G, aggiungendo però che per essere efficace l’adattamento ai cambiamenti climatici “richiede che i Paesi sviluppati forniscano sostegno ai Paesi in via di sviluppo” per attuare effettivamente i piani, cosa che non è al momento prevista nella bozza. Thibyan Ibrahim del blocco negoziale dei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo ha definito i progressi sull’adattamento “un po’ deludenti”. Una bozza di testo sul Global Stocktake (cioè la parte dei negoziati che valuta a che punto è il mondo con il contenimento del riscaldamento e come i Paesi possono attenersi agli obiettivi climatici) era ancora farcita di diverse opzioni su come eliminare gradualmente i combustibili fossili che riscaldano il pianeta. Shantal Munro-Knight, negoziatrice sul clima per le Barbados, ha detto che la motivazione per ottenere un accordo forte tra i Paesi è alta. “Credo che nessuno voglia andarsene dalla COP senza un programma davvero ambizioso, e credo che tutti si trovino in questa situazione. Non si sono sentite troppe reazioni negative perché siamo tutti in quel momento”, ha aggiunto.

I punti critici sono quelli già noti ai negoziatori: alcuni Paesi vogliono un linguaggio forte sull’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili, mentre altri esitano ad avere un linguaggio forte sulla questione perché continuano a sviluppare le loro industrie del petrolio, del gas o del carbone. “È molto chiaro che c’è un gruppo di Paesi che non vuole eliminare gradualmente i combustibili fossili”, ha dichiarato l’inviata tedesca per il clima Jennifer Morgan. I piccoli Stati insulari, i Paesi dell’America Latina e quelli europei stanno spingendo per un’eliminazione graduale, ma altre nazioni sono “ancora distanti”, ha aggiunto, spiegando che “sarà molto difficile”.

Rachel Cleetus dell’Union of Concerned Scientists ha dichiarato domenica ai giornalisti che “i grandi ritardatari, quelli che si ostinano, sono sicuramente l’Arabia Saudita e i Paesi Opec”, il potente cartello del petrolio. Ma Brandon Wu di ActionAid Usa ha anche criticato i piani Usa di espansione della produzione di petrolio e gas: “Non dovremmo ignorare il fatto che gli Stati Uniti hanno il più grande piano di espansione di petrolio e gas di qualsiasi altro Paese al mondo”, ha detto. 

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