I cinque candidati 'sfidanti' hanno parlato di Gaza e Ucraina nella discussione a Miami. L'ex presidente ha invece attaccato fortemente Joe Biden

Nella notte italiana tra l’8 e il 9 novembre si è tenuto il terzo dibattito tra i candidati alle primarie del partito Repubblicano in vista delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del prossimo anno. E nuovamente, come nelle prime due occasioni, non era presente alla discussione l’ex presidente Donald Trump, favorito per la nomination, che ha invece tenuto un comizio in solitaria a pochi chilometri dalla sede del dibattito: i cinque ‘sfidanti’, infatti, erano a Miami mentre Trump era ad Hialeah, sempre in Florida. 

Cosa si è detto al dibattito

Al centro del dibattito di Miami tra Nikki Haley, Tim Scott, Chris Christie, Vivek Rawaswamy e Ron DeSantis c’è stata la guerra di Gaza. I contendenti sono stati unanimi nell’offrire un forte sostegno a Israele e nel lamentarsi dell’antisemitismo, soprattutto nei campus universitari liberali. Ma non hanno detto praticamente nulla sulla protezione dei civili palestinesi a Gaza. Ci sono stati invece contrasti con riferimento alle altre due questioni di politica estera trattate, cioè il sostegno all’Ucraina e la questione Cina-Taiwan. Con riferimento a Kiev, l’imprenditore biotecnologico Rawaswamy ha mantenuto la sua posizione critica sul sostegno all’Ucraina e definito “un nazista” il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Pochi invece gli attacchi frontali a Trump: le maggiori critiche sono arrivate dal governatore della Florida, Ron DeSantis. “Donald Trump è un uomo molto diverso da quello che era nel 2016“, ha detto, chiedendo al tycoon di presentarsi agli elettori delle primarie repubblicane e spiegare il suo passato. 

Le parole di Trump

Poca politica estera, invece, nel comizio di Donald Trump ad Hialeah. L’ex inquilino della Casa Bianca ha invece attaccato Joe Biden, affermando che la “repubblica della banane” dell’attuale presidente “finirà il 5 novembre del 2024”. Molte le critiche specialmente alle politiche migratorie dell’amministrazione democratica. “Il primo giorno” da presidente – ha spiegato Trump – “metterò fine a ogni politica di apertura delle frontiere dell’amministrazione Biden” e “daremo vita alla più grande operazione di deportazione interna della storia americana”. Sotto Biden, secondo Trump, “gli Stati Uniti sono diventati la discarica del mondo“, il Paese, ha continuato, “viene invaso. Questa è un’invasione”.

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