Putin intanto celebra la Giornata della riunificazione a un anno dal referendum con cui Mosca ha annesso i territori di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia
C’è l’accordo tra Kiev e Washington per “la localizzazione della produzione dei mezzi di difesa in Ucraina” secondo il portavoce presidenziale ucraino Andry Yermak che ha dunque svelato uno dei risultati principali raggiunti da Volodymyr Zelensky durante il recente viaggio nella capitale americana dove ha incontrato Joe Biden. “Nel prossimo futuro le riunioni di specialisti di entrambe le parti inizieranno a definire una tabella di marcia per la cooperazione”, aggiunge Yermak parlando nei giorni in cui la produzione di armi ‘in house’ è al centro del dibattito politico nel Paese, con Kiev che ha ospitato il Forum internazionale sull’industria della difesa, con la partecipazione di 250 aziende impegnate in campo militare provenienti da oltre 30 Paesi.
Obiettivo del forum: sviluppare la capacità di Kiev di auto-produrre un proprio arsenale per rispondere all’invasione russa riducendo, al contempo, la propria dipendenza dalle forniture estere. Ingenti gli investimenti previsti, che secondo il premier Denis Shmyhal nel 2024 supereranno gli 1,4 miliardi di euro, sette volte in più di quanto speso lo scorso anno. In ballo, del resto, ci sono la difesa del Paese dall’aggressione di Mosca e la liberazione delle regioni occupate. Quelle che Valdimir Putin torna a definire una proprietà russa, celebrando la prima Giornata della riunificazione a un anno dai referendum del 2022, non riconosciuti a livello internazionale, con cui la Russia si è annessa i territori di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Un evento “storico e fatidico”, secondo Putin, nella quale le quattro regioni “hanno fatto la loro scelta: stare con la patria”. Dmitry Medvedev guarda oltre, prefigurando ulteriori annessioni: “Ci saranno altre nuove regioni all’interno della Russia”, assicura. Non si fa attendere la risposta di Mikhailo Podolyak, consigliere di Zelensky: “Non esistono ‘nuovi territori russi’, ‘territori annessi'”, ma “c’è solo il territorio dell’Ucraina, compresa la Crimea”. Per Zelensky ogni passo delle truppe ucraine “è finalizzato alla liberazione dei territori” occupati e alla preparazione della “disoccupazione della Crimea”, mentre Josep Borrell ricorda come sia passato “un anno dall’annessione illegale di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson da parte della Russia”. Parole che l’Alto rappresentante della politica estera europea pronuncia mentre si trova a Odessa per, sottolinea, riaffermare il sostegno dell’Ue all’Ucraina; da quello “militare” a quello “economico”, sino agli sforzi diplomatici per la pace che, tuttavia, per Borrell deve essere “giusta” e in grado di preservare “l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina”.
C’è poi la questione del grano e Borrell ribadisce come sia importante “continuare a sostenere l’Ucraina, fornendo tutti i modi per esportare il loro grano perché la Russia, così facendo, non solo usa la fame come un’arma, ma guadagna molto denaro”. Il conflitto, intanto, torna a lambire pericolosamente i confini della Nato. “Il sistema di sorveglianza radar dell’esercito rumeno ha segnalato una possibile incursione non autorizzata nello spazio aereo nazionale con un segnale rilevato sulla rotta verso la città di Galati”, afferma il ministero rumeno della Difesa, impegnato nella ricerca di eventuali “oggetti” caduti sul territorio nazionale.
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