Sembrava la volta buona, visto che il gigante dell'immobiliare ha accumulato 340 miliardi di debiti nel 2022

Evergrande, colosso cinese dell’immobiliare, si avvicina al fallimento da due anni, anche se sembra non averlo raggiunto. L’ultimo capitolo è la presentazione al tribunale fallimentare di New York di una procedura di Chapter 15, ovvero la richiesta di protezione dal fallimento che consente a un tribunale fallimentare statunitense di intervenire quando un caso di insolvenza coinvolge un altro Paese. Sembrava la volta buona, visto che il gigante dai piedi d’argilla ha accumulato 340 miliardi di debiti nel 2022. La società ha smentito il quadro, definendolo “una procedura normale per la ristrutturazione del debito offshore e non comporta un’istanza di fallimento“.

Per il Wall Street Journal, però, Evergrande potrebbe invece rappresentare un nuovo caso Lehman Brothers, che scatenò l’esplosione della crisi finanziaria dei mutui subprime negli Usa. Secondo il Wsj infatti gli investitori temono i problemi della Zhongrong international trust – una grande società fiduciaria che vende prodotti finanziari – per il contagio dovuto alla crisi del settore immobiliare del Paese. Il ‘momento Lehman’ potrebbe propagarsi attraverso l’economia cinese, perché alle difficoltà di Zhongrong si aggiungerebbero quelle degli altri giganti del real estate come Country Garden holdings. Proprio Country Garden terrà una riunione del consiglio di amministrazione allo scopo di esaminare e approvare i risultati intermedi della Società e delle sue controllate per il primo trimestre dell’anno, con l’ipotesi di considerare il pagamento di un eventuale acconto sul dividendo, nonostante la società immobiliare abbia mancato da poco il pagamento di un debito multimiliardario.

Evergrande sta lottando per evitare il default sul suo debito dalla fine del 2021, quando ancora non aveva raggiunto la cifra di 340 miliardi. Già allora la montagna di debiti accumulati dal colosso due anni fa fece temere un possibile default che avrebbe potuto provocare conseguenze a cascata nel sistema finanziario globale, portando il governo cinese a intervenire per cercare di rassicurare gli investitori che i problemi sono contenuti e che i mercati dei prestiti continueranno a funzionare. Come ha spiegato la società l’approvazione da parte di un tribunale fallimentare di New York si è resa necessaria “poiché le obbligazioni della Società denominate in dollari sono regolate dalla legge di New York”, dunque il colosso immobiliare cinese ha “richiesto alla Corte degli Stati Uniti, ai sensi del Capitolo 15 del Codice degli Stati Uniti, il riconoscimento dei piani di concordato nell’ambito della ristrutturazione del debito offshore per Hong Kong e le Isole Vergini Britanniche”. 

Evergrande si è trovata a corto di liquidità dopo che nel 2020 Pechino ha inasprito i controlli sul debito societario che il Partito Comunista al potere teme sia pericolosamente alto. Altri costruttori sono crollati fallendo, lasciando vuoti i condomini ancora non completati. Evergrande ha dichiarato di avere più asset che debiti, ma ha avuto difficoltà a trasformare gli immobili venduti a rilento in contanti per rimborsare i creditori, e non vede più scambiare il tuo titolo alla Borsa di Hong Kong dal 18 marzo 2022, facendo comunque perdere il 2,07% al listino. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata