La decisione dopo il ferimento di 30 militari. Tajani: "Molto preoccupati, tensione sta salendo"

La Nato intensifica la sua presenza in Kosovo dopo il ferimento di 30 membri della Kfor (Kosovo Force), la forza militare responsabile di ristabilire la pace nella regione. “In risposta ai recenti disordini e al ferimento di 30 membri della Kosovo Force, la Nato ha disposto il dispiegamento delle Forze di riserva operativa (Orf) per i Balcani occidentali, pronte per l’impiego in sette giorni“, ha comunicato l’Alleanza Atlantica. “Il dispiegamento di ulteriori forze Nato in Kosovo è una misura prudente per garantire che la Kfor abbia le capacità di cui ha bisogno per mantenere la sicurezza, come previsto dal mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha spiegato l’ammiraglio Stuart B. Munsch, comandante dell’Allied joint force command di Napoli.

Stoltenberg: “Dispiegati altri 700 soldati Nato”

Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha annunciato che l’organizzazione militare ha inviato 700 truppe in più in Kosovo per aiutare a sedare le proteste violente. “Abbiamo deciso di dispiegare altri 700 uomini della forza di riserva operativa per i Balcani occidentali e di mettere un ulteriore battaglione di forze di riserva in alta disponibilità, in modo che possano essere dispiegati se necessario. Si tratta di passi prudenti“, ha detto Stoltenberg ai giornalisti a Oslo, dopo i colloqui con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store.

Stoltenberg ha condannato la violenza in Kosovo, affermando che “tali attacchi sono inaccettabili e devono cessare”. Ha anche avvertito che le truppe della Nato “intraprenderanno tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto per tutti i cittadini del Kosovo”. Ha infine esortato entrambe le parti a prendere misure per la de-escalation, ad astenersi da “ulteriori comportamenti irresponsabili” e a tornare ai colloqui sostenuti dall’Ue per migliorare le relazioni.

Crosetto: “Lavoriamo a soluzione diplomatica”

Mentre migliorano le condizioni dei 14 militari italiani rimasti feriti ieri, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, afferma che nella regione “sembra esserci meno tensione anche se ci sono ancora manifestazioni davanti ai municipi delle quattro municipalità. Stiamo cercando una soluzione diplomatica, più che pensare alla forza d’interdizione che può essere fatta dai militari presenti nell’area.Stanotte abbiamo passato la nottata col ministro Tajani e la presidente Meloni chiamando i nostri colleghi sia serbi, sia kosovari, chiamando i nostri colleghi europei perché facessero anche loro pressione perché è una cosa che scaturisce da una volontà politica di alzare la tensione. Noi vorremmo che cessasse questa cosa perché il confine tra il Kosovo e la Serbia è uno di quei luoghi pericolosi in cui una scintilla potrebbe far scoppiare un incendio“.

Tajani: “Molto preoccupati, tensione sta salendo”

Preoccupazione per le tensioni è stata invece espressa dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo in questa parte dei Balcani dove la tensione sta salendo. Ho parlato con il presidente della Serbia e il primo ministro kosovaro, invitando entrambi alla calma”, ha detto il vicepremier.

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