L'Oms ha affermato che i combattenti hanno preso il controllo di un laboratorio che contiene agenti patogeni

I generali del Sudan si sono impegnati a rispettare una nuova tregua di tre giorni, mediata dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, ma, nonostante le dichiarazioni, forti spari ed esplosioni si sono sentiti anche oggi nella capitale Khartum. I residenti hanno riferito di aerei da guerra che stavano sorvolando la città. Diversi cessate il fuoco, dichiarati dallo scoppio dei combattimenti il 15 aprile, non sono stati rispettati, anche se le pause intermittenti durante la festività musulmana di Eid al-Fitr, hanno permesso la drammatica evacuazione di centinaia di diplomatici, operatori umanitari e altri stranieri per via aerea e terrestre. Per molti sudanesi, la partenza degli stranieri e la chiusura delle ambasciate è un segnale terrificante del fatto che le potenze internazionali si aspettano un peggioramento dei combattimenti che hanno già spinto la popolazione al disastro. Nel frattempo, i sudanesi hanno cercato disperatamente un modo per sfuggire al caos, temendo che i campi rivali intensifichino la loro battaglia per il potere una volta completate le evacuazioni.

L’esercito sudanese, comandato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le rivali Forze di Supporto Rapido, un gruppo paramilitare guidato dal generale Mohammed Hamdan Dagalo, hanno dichiarato che avrebbero osservato il cessate il fuoco. In annunci separati, hanno riferito poi che l’Arabia Saudita ha svolto un ruolo nei negoziati. “Questo cessate il fuoco mira a stabilire corridoi umanitari, consentendo ai cittadini e ai residenti di accedere alle risorse essenziali, all’assistenza sanitaria e alle zone sicure, evacuando al contempo le missioni diplomatiche”, hanno dichiarato le Forze di supporto rapido in un comunicato.L’annuncio dell’esercito ha usato un linguaggio simile, aggiungendo che rispetterà la tregua “a condizione che i ribelli si impegnino a fermare tutte le ostilità”.

Ma i combattimenti sono continuati, anche a Omdurman, una città sull’altra sponda del fiume Nilo rispetto a Khartum. Amin Ishaq, residente a Omdurman, ha detto che questa mattina ci sono stati scontri intorno alla sede della televisione di Stato e alle basi militari appena fuori Omdurman. “Non hanno smesso di combattere”, ha detto. “Si fermano solo quando finiscono le munizioni”.

“I suoni degli spari, delle esplosioni e degli aerei da guerra si sentono ancora in tutta Khartum”, ha detto Atiya Abdalla Atiya, una figura di spicco del Sudan Doctors’ Syndicate, un gruppo che monitora le vittime. “Non rispettano i cessate il fuoco“. Atiya ha detto di sospettare che lo scopo principale della dichiarazione di un nuovo cessate il fuoco sia quello di consentire l’evacuazione di un maggior numero di stranieri. 

Oms, preso laboratorio contenente virus, rischio biologico

Il rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Sudan, Nima Saeed Abid, ha affermato che i combattenti nel Paese hanno preso il controllo di un laboratorio che contiene agenti patogeni del morbillo e del colera e altri materiali pericolosi. Ne danno notizia i media internazionali. Il rappresentante ha quindi avvertito del “rischio elevato” di un pericolo biologico. 

In migliaia hanno già lasciato Paese, numeri aumenteranno

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unhcr, ha avvertito che potrebbero esserci “ulteriori spostamenti” di persone dal Sudan, dopo che in migliaia si sono già riversate nei Paesi vicini del Ciad e del Sud Sudan. L’allarme è arrivato nonostante il tenue cessate il fuoco concordato tra i due generali in guerra. La portavoce dell’Unhcr, Olga Sarrado, ha dichiarato che almeno 20.000 sudanesi sono già fuggiti in Ciad e che circa 4.000 rifugiati del Sud Sudan – che vivevano in Sudan – sono tornati nel loro Paese. Queste cifre potrebbero aumentare, ha affermato. Sarrado non ha fornito cifre per gli altri cinque Paesi confinanti con il Sudan, ma l’Unhcr ha citato un numero imprecisato di arrivi in Egitto.

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