Solo l'11,3% alle urne in una consultazione boicottata dalle opposizioni del presidente Saied
Gli elettori in Tunisia hanno massicciamente boicottato le elezioni parlamentari di oggi, viste come un test importante per il presidente del paese e per la travagliata democrazia locale.
L’affluenza alle urne è stata solo dell’11,3% degli 8 milioni di elettori tunisini, secondo le stime preliminari della Commissione Elettorale Nazionale. Si tratta di circa lo stesso livello di partecipazione del primo turno di votazioni svoltosi il mese scorso.
Molti tunisini scontenti sono rimasti alla larga dalle urne, mentre l’influente partito islamista Ennahdha e altri movimenti di opposizione hanno boicottato il voto.
Le elezioni sono state osservate in tutto il mondo arabo, essendo viste come un passo decisivo nella spinta del presidente Kais Saied al consolidamento del potere, al domare i rivali islamisti e a riconquistare i creditori e gli investitori necessari per salvare l’economia. Ma la scarsa affluenza alle urne mette in dubbio la legittimità del futuro parlamento e potrebbe complicare i piani di Saied. I funzionari elettorali dovrebbero annunciare i risultati preliminari ufficiali mercoledì.
Gli elettori erano chiamati a scegliere i legislatori per sostituire l’ultimo parlamento, guidato da Ennahdha, che Saied ha sospeso nel 2021 e successivamente sciolto. Saied ha poi fatto riscrivere la costituzione per dare più potere al presidente e meno al Parlamento.
Gli analisti notano una crescente crisi di fiducia tra i cittadini e la classe politica da quando la rivoluzione tunisina del 2011 ha scatenato le rivolte della Primavera Araba in tutta la regione, portando i tunisini a creare un nuovo sistema politico democratico una volta visto come un modello.
Nel primo turno delle elezioni, 10 candidati si sono assicurati seggi a titolo definitivo nel parlamento (da complessivi 161 seggi) senza ottenere alcun voto, perché si sono presentati senza opposizione. Nessun candidato si è candidato in sette circoscrizioni; i funzionari elettorali affermano che quei seggi saranno occupati in elezioni speciali in un secondo momento.
Il vicepresidente dell’Unione nazionale dei giornalisti tunisini, Amira Mohamed, ha dichiarato alla radio Mosaique che ai giornalisti è stato impedito di accedere ad alcuni seggi, contrariamente alle regole elettorali.
Il membro della commissione elettorale Maher Jedidi ha respinto le accuse di illeciti, ma ha affermato che potrebbero esserci stati “casi isolati” di problemi negli oltre 4.000 seggi elettorali. Ha inoltre affermato che la commissione affronterà tutti i problemi che verranno alla luce.
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