Dalla Germania i carri armati Leopard, dagli Usa (forse) gli Abrams. Terremoto e rimpasto nel governo ucraino

Si sarebbe finalmente sbloccata la questione dei carri armati moderni richiesti dall’Ucraina agli alleati occidentali. La Germania sembra aver deciso per la consegna dei tanto attesi Leopard a Kiev, mentre dagli Stati Uniti potrebbero arrivare i potenti corazzati Abrams. Una decisione che, non a caso, sarebbe legata proprio alle ultime consultazioni tra Berlino e Washington. Secondo quanto rivelato da Der Spiegel, il governo di Olaf Scholz consegnerà almeno una compagnia di Leopard 2A6 all’Ucraina. La decisione sarebbe stata preceduta da intense consultazioni di diversi giorni con gli alleati, soprattutto con Washington. Secondo le informazioni di Spiegel, i carri armati tedeschi Leopard destinati a Kiev provengono dalle scorte della Bundeswehr, l’esercito tedesco. A medio-lungo termine, potrebbero essere preparati per l’uso altri carri armati provenienti da stock industriali.

In Ucraina potrebbero arrivare anche i carri armati Abrams americani. Secondo i media Usa, l’amministrazione Biden si appresta a dare il via libera all’invio di un “numero significativo” di Abrams M1 a Kiev e l’annuncio potrebbe essere fatto già mercoledì. La consegna degli Abrams sarebbe legata a un più ampio accordo diplomatico con la Germania, nel quale Berlino acconsentirebbe all’invio all’Ucraina di un numero più ridotto dei propri tank Leopoard 2, dando anche l’approvazione alla Polonia e ad altre nazioni per l’invio dei propri carri all’Ucraina.

Varsavia intanto ha reso noto di aver fatto richiesta ufficiale a Berlino per l’approvazione della consegna dei Leopard a Kiev. “Spero che questa volta la riposta dei tedeschi arrivi presto”, ha commentato il primo ministro Mateusz Morawiecki, che ha annunciato che la Polonia chiederà all’Ue un risarcimento per il costo dei carri armati Leopard 2 destinati all’Ucraina. La richiesta di Varsavia è legata alla legge tedesca che richiede l’approvazione per la riesportazione dell’equipaggiamento militare. Il che significa che le centinaia di carri armati Leopard in Europa possono essere inviati in Ucraina solo con il consenso di Berlino. Sempre secondo Spiegel, il governo tedesco avrebbe già deciso di dare la propria approvazione sia alla Polonia che ad altri Paesi alleati.

La consegna dei carri armati tedeschi a Kiev “danneggerebbe” i già logorati rapporti con la Germania, il monito del Cremlino. Ma il ministro della Difesa, Boris Pistorius, che ha incontrato a Berlino il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha assicurato intanto che la Germania non si opporrà all’addestramento sui Leopard dei soldati ucraini da parte dei Paesi alleati, ribadendo di aver dato disposizione per un inventario completo delle scorte di Leopard in Germania.

Quali sono i carri armati che potrebbero arrivare in Ucraina 

Sarebbero circa 320 i Leopard 2 a disposizione dell’esercito tedesco, in varie condizioni, come spiegato alla Cnn da una portavoce del ministero della Difesa tedesco. Sono, invece, 139 quelli in possesso dell’industria, ha riferito l’azienda Rheimetall, che potrebbe avere disponibili 29 Leopard già a fine marzo. La necessità per Kiev di avere “velocemente armi pesanti” è stata sottolineata anche da Stoltenberg in occasione del suo incontro con Pistorius. I carri armati di fabbricazione tedesca, al momento, non arriveranno dalla Repubblica Ceca. Il premier Petr Fiala, anche lui a Berlino per un incontro con Scholz, ha spiegato che i Leopard “ora ci servono per la nostra sicurezza”.

Corruzione a Kiev, terremoto nelle istituzioni

Un’ondata di dimissioni ha intanto investito il governo di Kiev, in quello che è il più grande rimpasto ai vertici voluto da Zelensky dall’inizio della guerra. Il primo a lasciare l’incarico è stato il vice capo dell’ufficio di presidenza ucraino Kyrylo Tymoshenko, che ha annunciato la sua decisione sui social. Lo hanno seguito il viceministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov e il vice procuratore generale Oleksiy Simonenko. Le dimissioni, nel corso della giornata, si sono allargate a macchia d’olio, coinvolgendo anche Ivan Lukeryu e Vyacheslav Negodu, viceministri per lo Sviluppo comunitario e territoriale, e Vitaly Muzychenka, viceministro per le Politiche sociali.

Repulisti anche nelle amministrazioni locali, con la destituzione da parte del governo di cinque governatori regionali: Valentyn Oleksiy Kuleba a Kiev, Oleksandr Starukh a Zaporizhzhia, Dmytro Zhivytskyi a Sumy e Yaroslav Yanushevich a Kherson e Reznichenko a Dnipropetrovsk.

I cambi al vertice fanno parte del rimpasto voluto da Zelensky e preannunciato domenica nel consueto videomessaggio serale. In quell’occasione il presidente ucraino aveva anticipato “decisioni appropriate” per inasprire la lotta alla corruzione nel Paese. Il fantasma di accordi illeciti si era insediato tra i vertici del governo ucraino dopo la destituzione domenica di Vasyl Lozynskyi dall’incarico di viceministro per lo Sviluppo comunitario, i Territori e le Infrastrutture. Lozynskyi era stato arrestato con l’accusa di aver ricevuto 400mila dollari per un contratto di acquisto di generatori. Nessuna accusa pesa per ora sui dimissionari, anche se i media locali hanno insinuato che l’addio di Shapovalov possa essere legato a uno scandalo che riguarda l’acquisto di cibo per le forze armate ucraine con presunte forniture gonfiate. Simonenko, invece, è finito al centro di un’indagine che riguarda una vacanza in Spagna.

L’Unione europea plaude a questo giro di vite del governo ucraino nella lotta alla corruzione, mentre Mosca ne approfitta per l’ennesimo attacco. “In Ucraina è iniziata un’altra spartizione della torta”, è il commento di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che paragona i politici ucraini a “vampiri insaziabili”.

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