Più di 1.500 i sostenitori di Bolsonaro fermati. Lula: "Si tratta di atti terroristici"

Hanno superato quota 1.500 i sostenitori di Jair Bolsonaro fermati dalle forze dell’ordine brasiliane dopo l’assalto di ieri al Parlamento di Brasilia. Nella mattina di oggi l’Esercito e la Polizia Militare hanno sgomberato l’accampamento allestito dai bolsonaristi nei pressi del quartier generale dell’Esercito circa 60 giorni fa. L’intenzione delle autorità è di verificare quanti fra loro abbiano partecipato all’assalto delle sedi istituzionali. 

 

Il presidente Lula, intanto, ha tenuto la sua prima riunione di Gabinetto all’interno del palazzo presidenziale, uno degli edifici presi d’assalto ieri. Al termine ha diramato una dichiarazione congiunta insieme agli altri titolari dei tre poteri dello Stato, cioè il presidente del Senato Veneziano Vital do Rêgo, il presidente della Camera Arthur Lira e la presidente della Corte suprema Rosa Maria Pires Weber. “I poteri della Repubblica, difensori della democrazia e della Carta costituzionale del 1988, respingono gli atti terroristici, di vandalismo, criminali e golpisti che si sono verificati ieri pomeriggio a Brasilia. Siamo uniti perché vengano adottate misure istituzionali in conformità con la legge brasiliana”, recita la dichiarazione, pubblicata da Lula su Twitter. “Chiediamo alla società di mantenere la serenità, in difesa della pace e della democrazia nella nostra patria. Il Paese ha bisogno di normalità, di rispetto e di lavoro per il progresso e la giustizia sociale della nazione”. 

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