Alla 15esima votazione il leader della maggioranza repubblicana ha ottenuto 216 voti

Alla quinta giornata e alla 15esima votazione, Kevin McCarthy ha ricevuto i voti necessari per essere eletto 55esimo speaker della Camera dei rappresentanti. Il leader della maggioranza repubblicana ha ottenuto 216 voti. Determinanti sono state le astensioni di 6 deputati dell’iniziale pattuglia di 20 repubblicani ribelli che avevano bloccato la sua elezione e che progressivamente, in queste convulse giornate di votazioni, erano stati riassorbiti nella maggioranza. Il leader della minoranza democratica, Hakeem Jeffries, ha ottenuto tutti i 212 voti a disposizione del suo partito. Era da 164 anni che l’elezione dello speaker della Camera dei rappresentanti non richiedeva così tante votazioni ed era dal 1923 che l’elezione non avveniva alla prima votazione. Con l’elezione di McCarthy a speaker, la Camera può ora procedere al giuramento dei deputati ed entrare nel pieno delle sue funzioni.

Dopo la ripresa dei lavori della Camera alle 22 di venerdì (ora di Washington), McCarthy sembrava certo dell’elezione a speaker nella 14esima votazione. Secondo quanto trapelato, le concessioni fatte ai dissidenti dell’ultra destra repubblicana gli avrebbero assicurato i voti necessari. E tuttavia, in un drammatico colpo di scena, ancora una volta gli erano mancati i voti necessari. Determinante era stata l’astensione dell’irriducibile Matt Gaetz, combinata a 4 voti contrari giunti dalle fila dei ribelli.

Dopo un concitato scambio di battute in aula tra McCarthy e Gaetz e, secondo quanto riferito dalla Cnn, dopo una telefonata dell’ex presidente Donald Trump allo stesso Gaetz e all’altro ribelle Andy Biggs, c’è stato l’ennesimo colpo di scena della notte. I Repubblicani, che dopo la sconfitta nella 14esima votazione avevano presentato una mozione per aggiornare i lavori della Camera a lunedì, hanno bocciato la mozione da loro stesi presentata e proceduto alla 15esima votazione, quella decisiva. L’applauso che ha sancito l’elezione di McCarthy è stato lanciato circa mezz’ora dopo la mezzanotte (ora di Washington), la proclamazione ufficiale alle 00.38 di sabato (le 6.38 in Italia). Non è ancora del tutto chiaro quali e quante concessioni abbia fatto McCarthy agli irriducibili dell’ultra destra. Tra le ipotesi avanzate nelle ultime ore, il nuovo leader della Camera avrebbe tra l’altro garantito ai dissidenti procedure semplificate per sfiduciare lo speaker, posizioni di rilievo in alcune commissioni chiave, la garanzia che verranno portati al voto dell’Aula alcuni progetti di legge sponsorizzati dai ribelli e un processo più selettivo per l’approvazione delle leggi di spesa.

McCarthy: “Ora inizia il lavoro duro”

Il neo eletto speaker repubblicano della Camera dei rappresentanti Usa, Kevin McCarthy, ha esordito nel suo primo discorso nel ruolo dicendo “È stato facile, eh? Non avrei mai pensato che saremmo arrivati fin qui“. Lo riporta Cnn. “Affronteremo anche le sfide a lungo termine dell’America, il debito e l’ascesa del partito comunista cinese”, ha affermato durante il suo primo discorso da speaker, aggiungendo che “per quanto riguarda il partito comunista cinese, creeremo un comitato bipartisan sulla Cina per indagare su come riportare le centinaia di migliaia di posti di lavoro che sono andati in Cina, e poi vinceremo questa competizione economica”. 

Non è importante come inizi, ma come finisci“. Lo ha dichiarato il neo eletto speaker della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Kevin McCarthy che, desideroso di confrontarsi con il Presidente Joe Biden e i Democratici, ha promesso citazioni in giudizio e indagini. “Ora inizia il lavoro difficile”, ha affermato. 

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