Secondo il ministro degli esteri di Kiev, a dimostrarlo sono i circa "cento missili lanciati ogni settimana per distruggere infrastrutture"

Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba esclude l’ipotesi delle trattative anche dopo l’apertura al confronto da parte del presidente russo Vladimir Putin. “Questa guerra ha frantumato molti fondamenti dell’ordine politico globale”, ha detto Kuleba a Kiev al gruppo di giornalisti in viaggio dal 4 dicembre con le Ambasciate presso la Santa Sede di Polonia e Ucraina. Sulle proposte di mediazione avanzate dal 90% dei Paesi del mondo dal 24 febbraio ad oggi, il ministro, come riporta Vatican News, ha affermato: “La triste verità è che il tempo per una ampia mediazione non è ancora arrivato“.

Lo dimostrano, ha proseguito, i circa “cento missili lanciati ogni settimana per distruggere infrastrutture“, i soldati che continuano ad arrivare nel Donbass, le violenze contro la popolazione. “Non si fanno tutte queste cose quando si cerca una soluzione pacifica. Arriverà il giorno di una grande mediazione, ma non ci siamo ancora, con nostro grande rammarico”. 

Ha poi aggiunto che Papa Francesco “ha molti seguaci” in Ucraina, “nella Chiesa cattolica romana e in quella greca, ma anche al di là di questo la visita del Papa sarebbe accolta da una parte molto più ampia della società ucraina, non solo da coloro che appartengono alla Chiesa greco-cattolica, perché è un simbolo di compassione e di sostegno spirituale”. “Non vediamo l’ora di accoglierlo”, ha concluso.

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