La delusione della prima ministra scozzese: "Pillola difficile da ingoiare". Il premier Sunak: "Verdetto chiaro e definitivo"

La Corte suprema del Regno Unito si è pronunciata contro la richiesta della Scozia di indire un secondo referendum per l’indipendenza. Il governo scozzese semi-autonomo voleva tenere un referendum il prossimo ottobre con la domanda: “La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?”. La Corte suprema ha però stabilito che il Parlamento scozzese “non ha il potere di promuovere un referendum sull’indipendenza” senza il consenso del governo britannico. Londra afferma che la questione è già stata risolta al tempo del primo referendum, nel 2014, in cui gli scozzesi votarono contro l’indipendenza.

Il premier britanico Rishi Sunak ha affermato di aver accolto con favore il verdetto unanime “chiaro e definitivo” della Corte Suprema che ha stabilito che il governo scozzese non potrà svolgere un nuovo referendum sull’indipendenza senza l’approvazione di Londra. Come riportano i media britannici, Sunak ha parlato del referendum durante il question time alla Camera dei Comuni. “Ora è il momento per i politici di lavorare insieme ed è quello che farà questo governo”, ha aggiunto Sunak.

La reazione della Scozia

La sentenza della Corte suprema del Regno Unito di bocciare la richesta della Scozia di un secondo referendum per l’indipendenza è “una pillola difficile da ingoiare per qualsiasi sostenitore dell’indipendenza e sicuramente per qualsiasi sostenitore della democrazia”. Lo ha detto la prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon. “Una cosiddetta partnership in cui a un partner viene negato il diritto di scegliere un futuro diverso”, ha aggiunto Sturgeon, “non può essere descritta in alcun modo come volontaria o addirittura come una partnership”.

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